E ora il Torello teme Superpippo

Niente svolta, e siamo di nuovo a un passo dal baratro. Stavolta non si può nemmeno imprecare contro l’arbitro (se non per quel fallo di mani di Terlizzi nel finale) ma solo con lo sciagurato Barone che ha nobilmente graziato Bizzarri e soprattutto con gli smemorati di Superga, là dietro, immobili sul terzo gol. Forse qualcuno si sta allenando da pastorello o da Re Magio nel presepe vivente di Natali (torna presto, please...). Scusate, ma il sarcasmo da bar è l’effetto collaterale della secrezione di bile domenicale. Polli, sempre polli, fortissimamente polli. Eppure i presupposti c’erano tutti. Segnare subito all’inizio di primo e secondo tempo è molto da squadra vera. Perdere così è tipico da Torello. Sorrido pensando che il mio subconscio ottimista aveva anche accarezzato l’idea della vittoria e già fantasticava quota 14 punti, con l’inferno alle spalle e l’odore di Europa. Poi è arrivato il giocatore col trucco, ultimo mostro della mia personale galleria di orrori: tale Giuseppe Mascara, detto simpaticamente Topolinik. La sua figurina è già stampata nel mio libro nero, di fianco al sempregobbo Pippo Inzaghi, di cui fatico a dimenticare l’esultanza a San Siro stile Champions sul 6 a 0 per il Milan.

Inutile farsi illusioni per domenica, a loro basterà buttarla dentro una volta e gestire palla. Occhio dunque al bianconero travestito. Mi permetto di dare un piccolo consiglio: Ogbonna, chiama Diawara e fatti spiegare come si ferma Superpippo. E rimettiti le Crocs arancioni.

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