Roma - «La Società Pannunzio per la libertà d’informazione, in seguito alla diffusione delle telefonate intercettate tra il vicedirettore del Giornale, Nicola Porro, e il Portavoce di Emma Marcegaglia, Rinaldo Arpisella, ha denunciato all’Ordine dei giornalisti della Lombardia il direttore Sallusti e il suo vice direttore, chiedendone l'immediata radiazione».
A chiedere che Porro e Sallusti non siano messi in condizioni di scrivere, sono gli eredi del fondatore dello storico settimanale il Mondo (ma lui non lo sa, Mario Pannunzio è morto più di quarant’anni fa). Declinazione italiana della Société des Amis de la liberté et de la presse, «che sorse in Francia nel novembre del 1817», precisano nel sito. Espressione diretta e braccio armato, per il settore media, di quel mondo che - sempre a babbo morto - ha imbracciato le insegne del Partito d’azione (stemperandone l’anticomunismo e l’allergia alla retorica), quelle del liberalismo di sinistra (glissando sui temi economici), per portarle in dote al popolo viola o comunque nella galassia della sinistra giustizialista.
Più banalmente, la Società Pannunzio è Enzo Marzo, fondatore della rivista Critica liberale, tornato in auge da quando ha deciso di dedicarsi al filone dell’anti-berlusconismo e, più recentemente, quello delle battaglie contro il Giornale. Nei mesi scorsi era stata la stessa società Pannunzio a presentare un analogo esposto all’Ordine della Lombardia nei confronti di Vittorio Feltri sul caso Boffo e per le inchieste sulla casa di Montecarlo. Ottenne la sospensione che definì una «vittoria della società civile». Quando qualcuno obiettò che si erano usati due pesi e due misure rispetto ad altri giornalisti che tendono a non fare sconti, ma sono di sinistra, ad esempio Michele Santoro, Marzo disse di meravigliarsi: «Non conoscono la differenza tra opinione e frode».
Durissimo il giudizio sul caso Marcegaglia-Giornale. Nel giorno del dossier-beffa, sulla Marcegaglia, la Società denuncia che «mai un giornale (il Giornale, ndr) era stato usato in maniera così diretta come strumento di illegittima pressione».
L’esposto è ancora più netto. Porta la firma di Marzo. La perquisizione al Giornale (sulla quale l’Ordine ha peraltro espresso «grande preoccupazione»), la telefonata di Porro e il finto dossier, a giudizio di Marzo, sono fatti che non lasciano spazio a dubbi. La condanna penale e quella dell’ordine sono atti dovuti.
«Al di là - scrive - degli evidenti e già noti aspetti di rilevanza penale che saranno presi in considerazione dall’inchiesta giudiziaria», la vicenda, «spalanca un problema colossale di deontologia professionale. In effetti, siamo in imbarazzo a chiamare ancora giornalisti personaggi che col giornalismo non hanno in alcun modo a che fare e confidiamo che la categoria avrà la decenza di cacciarli per ignominia dalla propria comunità».
Tra i soci fondatori della Società Pannunzio, giornalisti, limitati a un terzo, sociologi, filosofi e storici, tutti di area laica. Tra loro, il direttore di Europa Federico Orlando e uno dei fondatori del Fatto, Peter Gomez. Tra le associazioni promotrici, molte organizzazioni, cenacoli e fondazioni ultralaiche (oltre a Critica liberale, la Federazione dei circoli Giustizia e Libertà, Italia Laica). Poi due realtà di peso della sinistra: Arci (con l’Arcigay e il Movimento consumatori) e, soprattutto, la Cgil. Con il sindacato della sinistra il legame è consolidato. Già Critica liberale curava, per l’area nuovi diritti della Cgil un rapporto sulla secolarizzazione del Paese. Un «indice» per dimostrare che l’Italia è sempre più laica.
L’ultima sfida della società Pannunzio, è diventare una sorta di sindacato dei lettori. Recentemente si batte per una «Carta dei diritti dei lettori». Lo Stato - suggeriscono i liberali della Sp - potrebbe erogare contributi all’editoria solo a chi la firmerà.
Per arrivare alla Carta, la società Pannunzio ha siglato un patto con la Fnsi, sindacato dei giornalisti, e con l’Ordine. Lo stesso Ordine che Marzo vorrebbe abolire. Non prima però di avere interdetto i media a Porro e Sallusti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.