Adalberto Signore
da Roma
Lunica questione ancora aperta nellormai interminabile disputa allinterno dei Radicali sta nel capire chi davvero sia il protagonista principale dello scontro tra Marco Pannella e Daniele Capezzone. Se i due contendenti oppure lincredibile puntualità con cui Radio Radicale si fa teatro e memoria storica della querelle. Apertasi prima del congresso di Padova grazie alla registrazione audio-video dellultima accesissima direzione del partito, accessibile al pubblico sul sito dellemittente radiofonica in nome della «trasparenza democratica» che da anni contraddistingue i Radicali. E proseguita ancora ieri mattina, con lirruzione telefonica di Pannella durante unintervista a Capezzone, ormai considerato un po troppo autonomo e movimentista.
Sono le 10.38 quando il leader radicale interrompe la diretta e accusa lex segretario di aver di fatto monopolizzato la radio. Capezzone, infatti, è in onda dalle prime ore della mattina. Prima con ledizione domenicale di Stampa e regime, la storica rassegna stampa che dal lunedì al venerdì è condotta da Massimo Bordin, ma il sabato e la domenica è appaltata un giorno a Marco Taradash e laltro, appunto, a Capezzone. Poi, qualche minuto dopo le dieci, con una lunga intervista di Sergio Scandurra, che approfitta della presenza dellex segretario in Sicilia per una chiacchierata che evidentemente si fa troppo lunga.
Così, arriva il momento che Pannella non ce la fa più, alza il telefono e sbotta in diretta: «Caro Daniele, mi spiace interrompere in questo momento visto che Radio Radicale è tutta occupata nelledificazione del monumento a te stesso». Perché, ironizza, «sarebbe interessante vedere fino a che punto si va a finire». Poi, la sconfessione pubblica. Durante Stampa e regime, infatti, lex segretario ha citato un articolo del Corriere della Sera sulle liberalizzazioni che mette in contrasto Radicali e Rifondazione. Ma quella - è il ragionamento di Pannella - non è la linea del partito, «è la tua». E ancora: «Ha parlato qualcuno? No, ha parlato Daniele Capezzone». Una critica non certo nel merito, visto che la posizione sulle liberalizzazioni dei Radicali non è sicuramente quella del Prc, quanto nel metodo. Perché - è il ragionamento del leader storico - «non sei più tu a rappresentare la posizione ufficiale del partito». Daltra parte, spiega tra un colpo di tosse e una boccata di sigaretta, «i Radicali hanno da sei giorni una nuova organizzazione delle responsabilità». Chiaro il riferimento al passaggio di consegne al neosegretario Rita Bernardini. Con tanto di ennesima battuta sulla precedente gestione, viste «le gravissime condizioni nelle quali il partito è stato lasciato». Poi lultimo affondo: «Ora bisognerà che chieda a te il permesso per parlare da radicale...».
Qualche attimo di silenzio imbarazzato e la linea torna in Sicilia. «Buona domenica a Marco, davvero, con laffetto di sempre», dice Capezzone. Che decide di «lasciare da parte la questione monumento a se stessi, sculture e arti figurative in generale...». Ma non rinuncia a difendersi: «Se lattività che svolgo è vista come uninsidia per i Radicali mi pare siamo davanti a un altro grave errore».
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