A volte i numeri dell'editoria sono saporite crudité da delibare. Perché non c’è niente come qualche cifra per sgonfiare il soufflé delle pompose discussioni culturali e riportare tutti alla concretezza. In questa storia, stappano lo champagne, anzi un ottimo spumante italiano a scelta, Benedetta Parodi e la casa editrice Vallardi. La quale comunica che il ricettario Cotto e mangiato, pubblicato a fine novembre 2009 con una prima tiratura di 65mila copie, è giunto alla decima edizione con oltre 400mila copie vendute.
Insomma, la signora Benedetta Parodi, giornalista di Studio Aperto, si è divorata con gusto il fior fiore dei rinomati bestselleristi. Senz’altro il successo rispecchia il lato più genuino dell’interesse (talvolta ossessivo) per il cibo, tipico della nostra società. Non c’è dubbio che una bella spintarella sia stata offerta dalla rubrica televisiva del suddetto telegiornale, nel corso del quale la cuoca Parodi in pochi minuti spadella un piatto succulento ma senza troppe pretese di nouvelle cousine. Le sue ricette sono più food che slow, visto che il libro si rivolge a donne e uomini che lavorano o sono comunque troppo impegnati per avere quella montagna di tempo (e di soldi) necessaria al fine di cercare il raffinato formaggio caprino di qualche malga sperduta, prodotto in tiratura limitata, come certe rarità librarie, per pochi fortunati. E le verdure, per la Parodi, vanno bene anche surgelate se non si trova di meglio; non è indispensabile andarle a comprare fresche fresche dalle mani dei contadini nei poderi di campagna. Riassumendo con l’aiuto di un parere di lettura rintracciato in rete: «Trovo Cotto e mangiato utile perché Benedetta fa delle ricette davvero carine e facili da fare per chi ha poco tempo e chi non è una cima in cucina». Insomma niente stranezze esotiche, niente gatti in casseruola, niente cantinette climatizzate per sedicenti enologhi, niente costose sciccherie vere o presunte. Pane al pane, fettuccine alle fettuccine.
Ma non è questo il punto. Vera sbranaclassifiche, la Parodi può guardare dall’alto delle sue 400mila copie vendute in qualche mese molti autori che «fanno discutere» e creano i cosiddetti «casi editoriali» da terza pagina di quotidiano. Ad esempio, l’atteso (?) John Grisham, Ritorno a Ford County (Mondadori), è entrato e subito uscito come un razzo dalle classifiche. Alessandro Baricco, tornato con Emmaus (Feltrinelli), si è affacciato per un attimo e poi ha tolto il disturbo. Lei invece è sempre lì. Ha iniziato a farsi notare all’inizio di dicembre e ha fatto il botto alla vigilia di Natale. Da allora seconda, prima, terza. Ogni settimana si cucina qualche «grande» nome. La recente ascesa nella top ten de La vita autentica (Cortina), trattato filosofico dell’illustre teologo Vito Mancuso, la minaccia ma solo per modo di dire: in fondo è inchiodato a quota centomila pur essendo uscito più o meno negli stessi giorni di Cotto e mangiato.
A dare un’occhiata alle classifiche di vendita del 2009, pubblicate a metà gennaio da Tuttolibri, e a fare due conti a spanne ma neanche troppo, risulta che le melanzane alla parmigiana della Parodi piacciono più delle alpine battute di caccia di Erri de Luca, delle adolescenti con quarantenne a rimorchio di Federico Moccia, del sabato con amici di Andrea Camilleri, della bellezza infernale di Roberto Saviano, della nuova epica italiana di Wu Ming, dei canti di Mauro Corona. E se la giocano più o meno alla pari con i trentenni innamorati di Fabio Volo. Non che il caso della Parodi sia isolato. Il manuale di Allen Carr È facile smettere di fumare se sai come farlo (Ewi editore) è uscito nel 2004. Catalogato nella «Varia», cioè nel limbo riservato a ciò che non è fiction e nemmeno saggistica, non ha fatto capolino nella top ten. Eppure ha venduto un milione di copie.
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