E il piromane finisce sul «New York Times»

L’articolista ripercorre le tappe del caso dell’estate intervistando i romani alla difficile ricerca di parcheggi a prova di fuoco

Alessia Marani

I piromani incubo di Roma finiscono sulla prima pagina dell’edizione online del prestigioso New York Times. «Un inferno di fuoco» circonda Roma, titola il quotidiano telematico della Grande Mela dando ampio spazio alla cronaca dei roghi che dall’inizio dell’estate hanno martoriato automobilisti e scooteristi della Capitale: quasi trecento, un vero record. Un articolo redatto dal giornalista Brian Wingfield che ripercorre passo passo gli elementi del «giallo» che da mesi attanaglia e non fa dormire sonni tranquilli agli investigatori di mezza città. E che, soprattutto, sta sconvolgendo le abitudini di migliaia di romani alle prese con la ricerca furiosa di un posto «sicuro» dove parcheggiare la propria auto o moto a prova di incendiari. C’è persino chi - come riporta, appunto, il Nyt - si premura di legare tutte le sere il proprio motorino sotto l’abitazione del presidente della Repubblica Azeglio Ciampi pur di godere della protezione «indiretta» della sua scorta. «Ormai - confida, infatti, Niccolò F., un liceale di 16 anni che abita nei pressi dell’abitazione dell’ex numero Uno di Bankitalia - è l’unico stratagemma che mi resta per sperare di sfuggire al folle Nerone». Già perché l’editorialista a stelle e strisce non dimentica di certo di evocare alla memoria il mito storico dell’imperatore che leggenda vuole suonasse la lira mentre Roma ardeva. A spiegare che cosa sta accadendo nella città del Colosseo da giugno a oggi ai cyberlettori americani è il colonnello dei carabinieri Leonardo Alestra, del comando provinciale di piazza San Lorenzo in Lucina. «All’inizio dell’anno si erano verificati casi analoghi nei pressi di Roma e a Ostia, sul litorale - dice Alestra - ma l’attuale ondata distruttiva è iniziata la notte del 30 giugno, quando i vandali hanno appiccato le fiamme a ben 12 mezzi. Da allora, incendi molto simili sono scoppiati in tutta la città. Ma non tutti per opera della stessa mano. Intorno alla metà di agosto, poi, i teppisti hanno anche colpito addirittura nel centro storico, nei pressi di Campo de’ Fiori». Sempre secondo i carabinieri, «gli autori di questi incendi sono passati dall’essere un gruppo ben preciso a degli emuli». Ripetendo quel che gli inquirenti e il prefetto Achille Serra sostenevano già dalla vigilia dell’arresto di Gianluca Rosiello, il ventiseienne in carcere per l’incendio di alcune vetture bruciate al Torrino nella prima settimana di agosto. Roghi per cui proprio ieri è finito ai domiciliari un ventenne, accusato anche lui di avere partecipato al raid in via Fiume Bianco. Un gesto che Rosiello & Co. (ci sono ancora tre indagati) avevano stabilito per rompere la «noia» della serata seduti al tavolino di un bar. Lo scorso weekend i militari hanno pizzicato anche un algerino di 36 anni che aveva dato fuoco ad alcuni cassonetti a Monteverde. Dal litorale all’Appio, dal Tiburtino a Vigna Clara, dal centro all’estrema periferia: il New York Times elenca i quartieri messi a «ferro e fuoco» e intervista alcune delle vittime del piromane. Come Rosello Pinzi, 47 anni, il cui scooter da tremila euro è ora ridotto a un cumulo di cenere e lamiere. «Lì per lì - dice - non me l’ero presa tanto.

Non m’ero reso conto di che cosa significava restare a piedi e senza che l’assicurazione ti ripaga». Ancora due auto in fiamme, intanto, la scorsa notte rispettivamente a Val Melaina e al Casilino. Nel primo caso, però, la proprietaria avrebbe ricevuto in passato minacce personali.

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