E Plinio strappa il bavaglio della sinistra

Paola Setti

E sì che era allenato. A Tursi, il Regolamento della Sala rossa l’aveva già strappato due volte, Gianni Plinio. Ieri è toccato a quello della Sala verde, in Regione: «Ma ho dovuto faticare, credo sia carta riciclata, era durissimo». Lo racconta ridendo, ma un minuto prima era inferocito. «Il centrosinistra sta mettendo il bavaglio alla democrazia» ha tuonato un attimo prima del gesto di protesta. Il presidente Mino Ronzitti ha fatto un balzo sulla sedia, ha urlato che no, un gesto tanto irriverente non se lo sarebbe mai aspettato e ha espulso il capogruppo di An dall’aula. Lui se n’è andato e, dice, non ci tornerà nei prossimi due giorni, tutti dedicati all’approvazione del bavaglio.
In mattinata erano infuriati tutti, gli esponenti del centrodestra. Avevano chiesto alla maggioranza che desistesse dall’insano proposito di limitare a un’ora gli interventi dei relatori di minoranza, «sarebbe la cancellazione dell’ostruzionismo, che invece è un diritto», ma quelli niente, hanno concesso solo che possano intervenire tutti, anche i consiglieri che non hanno fatto parte dela commissione che ha valutato un certo argomento in discussione in consiglio. Poi volevano il taglio del numero delle commissioni, che il nuovo regolamento porta da 4 a 8, e l’assegnazione delle presidenze anche all’opposizione, ma no, non c’è stato nulla da fare, al massimo, ha risposto il centrosinistra, ve la diamo vinta sul question time, che verrà convocato la mattina e non il pomeriggio.
Era pronta alla Guerra, la Casa delle Libertà, volevano presentarsi tutti in aula con un bavaglio sulla bocca, ma poi ha prevalso la linea moderata: «Abbiamo sudato per migliorarlo, questo Regolamento, e alcune cose le abbiamo ottenute, quindi restiamo in aula».

Hanno votato contro, comunque. Plinio invece ha strappato quelle decine di fogli che da sempre contesta in toto, e in aula a rappresentare An ha lasciato il suo collega Alessio Saso. Con Ronzitti che urlava: «Lei è espulsooo».

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