
Dopo giorni di attesa la Global Flotilla è salpata dalla Sicilia in direzione di Gaza con il ricongiungimento della flotta italiana alle imbarcazioni salpate dalla Spagna e dalla Tunisia. Si tratta di 42 navi (di cui 18 italiane) partite dalla rada di Portogallo di Capo Passero nel siracusano con il dichiarato obiettivo di portare aiuti umanitari nella Striscia aprendo un corridoio umanitario marittimo a cui si aggiungeranno altre sei navi salpate dalla Grecia. Le imbarcazioni sono salpate tra bandiere palestinesi e suoni di tromba al grido di «Free Palestine».
A bordo delle navi, oltre agli attivisti, si trovano anche l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi, il senatore M5S Marco Croatti e gli esponenti del Partito Democratico Arturo Scotto, Annalisa Corrado e Paolo Romano che hanno sottolineato la volontà di «portare a termine questa importante missione umanitaria. Siamo sicuri che potremo andare fino in fondo: questa tragedia deve finire».
Neanche il tempo di partire che è stato attaccato il governo e il vicepremier Matteo Salvini per le sue parole sul diritto a difendersi di Israele, che sono state definite «vergognose e inaccettabili». Per i dem imbarcati sulla Flotilla, ribadire «la vicinanza del Governo italiano a quello israeliano pone l’Italia ancor più nitidamente dalla parte sbagliata della storia». E la Flotilla Maria Elena Delia dopo tanti imprevisti è convinta: «Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più».
Eppure le cose stanno diversamente: è implausibile la missione vada a buon fine essendo Gaza una zona di guerra e, già la spedizione della Freedom Flotilla a giugno, è stata intercettata dalla marina israeliana. Inoltre esistono già canali legali per far arrivare gli aiuti utilizzati anche dal governo italiano. La missione della Global Flotilla, annunciata in pompa magna nelle scorse settimane, ha perso con il passare dei giorni di credibilità tra scandali, finanziamenti opachi, litigi, asseriti legami con Hamas. Prima il caso della giornalista de «La Stampa» cacciata per aver fatto il proprio lavoro scrivendo verità scomode per i promotori, poi la vicenda di Greta Thunberg che ha abbandonato il comitato promotore per divergenze con gli altri organizzatori.
Il caso dell’attivista per l’ambiente (rimasta a terra a Siracusa dopo che la Flotilla è salpata) è emblematico delle divisioni interne alla missione.
Da quanto si apprende le divergenze sarebbero legate «a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della Flotilla e non abbastanza sul genocidio in Palestina».
L’aspetto più inquietante sono però i legami di alcuni partecipanti con Hamas, come testimoniato da numerose inchieste e da una foto che ritrae l’attivista della Flotilla Wael Nawar insieme a Youssef Hamdan, il responsabile delle operazioni di Hamas in Nord Africa.
Intanto per il 24 settembre è stata annunciata la partenza di una seconda ondata di barche da Catania con una nuova fase di mobilitazione promossa dal movimento «Thousand Madleens to Gaza». In questo contesto le forze armate israeliane si preparano a intercettare la Flotilla quando si avvicinerà a Gaza e nei giorni scorsi sono state organizzate esercitazioni in mare proprio per prepararsi all’arrivo in un numero consistente di navi. Resta da capire come verranno trattati gli attivisti una volta che verranno fermati dalle forze armate israeliane.
Una fonte qualificata israeliana spiega al Giornale che «potrebbe esserci un doppio trattamento tra chi ha la protezione diplomatica, come i parlamentari italiani e una parte degli attivisti, rispetto invece a chi ha avuto o continua ad avere legami con Hamas o altre sigle considerate gruppi terroristici da Israele.
Nel primo caso potrebbero essere espulsi come avvenuto in passato, nel secondo caso non è escluso siano trattenuti e processati».
Parole confermate dal viceministro degli Esteri israeliano che ieri ha dichiarato: «Non è ancora stata presa la decisione se trattarli come terroristi o espellerli ma è importante ricordare che molte delle persone a bordo delle imbarcazioni della Flotilla hanno legami con gruppi terroristici».