L'assurda storia del "carro armato sferico" del Terzo Reich

Secondo alcune teorie è stato catturato in Manciuria, secondo altre, insieme a dei prototipi in un poligono segreto nazista. Il Kubelpanzer, singolare carro sferico sopravvissuto in un museo di Mosca, rimane un mistero

L'assurda storia del "carro armato sferico" del Terzo Reich

Nello sviluppo forsennato della tecnologia militare d'avanguardia, l'estro e la fantasia dei progettisti hanno sempre giocato un ruolo tanto importante quanto avvincente, non scevro dalla nascita di miti e leggende. Specie quando si tratta di armi segrete e sperimentali associate alla Germania nella Seconda guerra mondiale; il più delle volte uniche nel loro aspetto e ridotte a pochi esemplari o componenti, unici rimasti a confermarne la "reale esistenza" del progetto. Ci siamo imbattuti tutti, almeno una volta, nelle immagini fittizie di strani oggetti volanti che hanno contribuito, sulla scia del Cosmismo russo e dell'esoterismo nazista, a proiettare l'immagine di un Terzo Reich spaziale, degno di un romanzo a metà tra la Svastica sul sole di Philip K. Dick e Razzo G.2 di Robert A. Heinlein.

Tra la leggendaria e probabilmente mai esistita Die Glocke​, la "campana antigravitazionale" che secondo il giornalista e storico militare polacco Igor Witkowsk sarebbe stata parte di alcuni misteriosi esperimenti nei laboratori istallati nelle miniere Wenceslaus, e i pochi componenti di un velivolo straordinario come il bombardiere sperimentale tuttala Horten Ho-299, di cui gli esperti dell'intelligence statunitense carpirono subito i segreti, possiamo inserire, con il beneficio del dubbio e un po' di leggerezza, il buffo carro armato sferico del Reich. Il Kugelpanzer, o letteralmente "veicolo blindato a palla". Catturato in un solo unico esemplare, si ritiene assieme al mastodontico carro armato superpesante Panzer VIII Maus.

Dal Topo alla Sfera

Se il Maus, mostro corazzato lungo 10 metri armato con un pezzo d'artiglieria da 128 mm, un equipaggio di 6 uomini e un peso di 188 tonnellate, non avrebbe avuto un soddisfacente impiego operativo a causa della sua ridotta mobilità e della straordinaria "pesantezza", una specifica che scredita la fama del famigerato Panzer Tigre e torna d'attualità per l'impiego di mezzi corazzati "pesanti" ancora oggi; il Kubelpanzer, minuscolo corazzato monoposto che ricorda più che altro il concetto di "tankette", i cingolati blindati da ricognizione, sarebbe risultato inservibile per un reale impiego sul campo e in prima linea, proprio per le ragioni opposte: l'armamento ridotto a una singola mitragliatrice Mg-34 e una blindatura massima di 5 centimetri che lo avrebbero reso facile preda della maggior parte delle armi anticarro. Compresi i fucili appositamente sviluppati come il Boys e il Ptrd-41 sovietico.

Il caso vuole che secondo un'altra versione, sarebbero stati proprio i sovietici ad imbattersi nell'esistenza di questo piccolo veicolo sferico, che si ritiene essere sto "sicuramente costruito dalla Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale", ma del quale non si possiede e si è mai rinvenuta - stranamente - alcun tipo di documentazione relativa alla progettazione, produzione e impiego. Per questo il "Kubelpanzer" è considerato ancora oggi uno strano mistero.

La pista della Manciuria e l'Offensiva d'agosto

La storia del veicolo è praticamente sconosciuta, vede nel solo esemplare inviato all'Impero del Giappone, alleato della Germania come potenza dell'Asse, l'unica prova della reale esistenza di un mezzo da combattimento assurdo, che si ritiene sia stato utilizzato dall'Armata del Kwantung che era schierata in Manciuria e si trovò a fronteggiare l'Armata Rossa durante l'Offensiva di Agosto; quando i sovietici sferrarono il "colpo di grazia" al Giappone che aveva appena scoperto la devastante potenza dell'atomica a Hiroshima, lanciando la massiccia invasione della Manciuria, e occupando la Corea settentrionale, il Sachalin meridionale e le Isole Curili.

In questo fronte di guerra estremamente remoto per il conflitto visto dal punto di vista di noi occidentali, spuntò fuori quello che nel Museo dei Carri Armati di Kubinka a Mosca viene descritto come "Reperto n. 37". Si stima che il mezzo fosse dotato di un motore monocilindrico a due tempi che azionava le grandi ruote dentate ai suoi bordi, dotato anche di un ruotino stabilizzante posteriore, e che potesse raggiungere, con il suo peso di 1,8 tonnellate, una velocità massima di 8 km/h come "ricognitore o posacavi".

La teorie che questo misterioso veicolo sia in realtà una sorta di montatura, un piccolo hoax della storia, è più che plausibile, e la ragione viene attribuita proprio alla contraddizione con la grande qualità dei tedeschi, precisi e scrupolosi nel mantenere scrupolosi registri che tenevano conto di tutto, anche dei loro crimini di guerra, quanto a quella dei servizi segreti sovietici, che documentavano tutto ciò che catturavano al nemico. Secondo le ricerche svolte in precedenza da altri appassionati, "non sembra essere stata trovata alcuna documentazione che menzioni il Kugelpanzer".

Dunque, l'unica ipotesi che si può avanzare, di fronte all'esistenza del modello fisico di un piccolo panzer sferico che sempre più adatto a un fumetto steampunk che a un fronte di combattimento, è che tali documenti siano andati distrutti. Non per ragioni di segretezza, ma tutti per puro caso.

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