Prima delle elezioni era stata accolta con freddezza. Ma ieri per Renata Polverini la visita a sorpresa al San Camillo è stata un mezzo trionfo. Riconosciuta e salutata dai pazienti, accolta nei reparti che le furono sbarrati, accompagnata dal personale che allora fu costretto a ignorarla. Una sola cosa non è cambiata rispetto a marzo: il direttore generale che non cera allora perché - disse - non invitato e non cera ieri: «Abbiamo chiesto di lui, ma non cera. Forse sarà in ferie...», ha spiegato Polverini.
La prima governatrice del Lazio ha precisato che non ha voluto fare nessun agguato: «Questa non è una visita a sorpresa, ma è un dovere venire qui per chi può cambiare le condizioni della sanità e mantenere costante un rapporto con le persone, cosa che io intendo fare. Non cè modo migliore di questo per dare le risposte che le persone si aspettano e noi abbiamo il dovere di dare». Polverini ha visitato alcuni reparti tra cui quello di maternità («un reparto bellissimo e gioioso») e la centrale operativa del 118 e ha raccolto gli sfoghi, ma anche i complimenti e gli auguri di alcuni pazienti: «Io sto qua», ha detto a tutti la presidente. Che ha aggiunto: «Stiamo ragionando su una modalità per raccogliere, non solo nelle sedi istituzionali, tutte le segnalazioni dei cittadini. La gente le cose te le vuole dire, ma non sa come. Voglio avere un rapporto diretto con i malati e gli operatori. Voglio essere presente. Per questo continuerò a visitare le strutture a Roma e in tutto il Lazio». Polverini ha anche annunciato lintenzione di chiedere al governo i tre miliardi di trasferimenti dovuti alla Regione Lazio.
Vede nella visita al San Camillo di Polverini un segnale positivo il senatore Domenico Gramazio, vicepresidente vicario della commissione Sanità: «Se il buongiorno si vede dal mattino, i cittadini e gli operatori del servizio sanitario del Lazio potranno finalmente sentirsi tutelati».
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