Solo cinque mesi fa, se le avessero detto come poteva finire, ci avrebbe fatto una risata sopra. E con lei anche noi. Difficile soltanto nel dicembre scorso - allindomani dellannuncio che il Pdl puntava su di lei, Renata Polverini, segretario nazionale dellUgl, per conquistare la Regione Lazio - credere che gli unici ostacoli seri sarebbero stati prodotti dalla sua stessa parte politica.
Prima lincrescioso «incidente» della presentazione delle liste (che è costato lesclusione nella provincia di Roma di quella del Pdl), ora il duro scontro tra Fini e Berlusconi. Se non fosse per il grintoso braccio di ferro tra i due leader del Pdl, giurano i bene informati, la Giunta Polverini sarebbe già al lavoro. E invece...
La direzione nazionale del partito di giovedì ha tenuto tutti col fiato sospeso a iniziare da Andrea Augello. Il nuovo sottosegretario alla Funzione Pubblica è uno degli undici delegati che giovedì ha votato contro il documento di maggioranza. E alla sua «area» politica dovrebbero far riferimento due assessori della nascitura giunta Polverini. Tenuto conto che Augello è stato anche il coordinatore della campagna elettorale del nuovo governatore del Lazio, il suo «peso» nel governo regionale non era mai stato messo in discussione.
Almeno fino a giovedì. Ieri, invece, nulla veniva dato per scontato. Tanto che la stessa Polverini è andata a Palazzo Grazioli per un mini-vertice sul destino della sua stessa giunta. Probabilmente saranno fischiate le orecchie a Bruno Prestagiovanni, Luca Malcotti e Sveva Belviso i tre «papabili» in quota Augello-Fini.
Gli equilibri sono quindi cambiati. Alla luce, soprattutto, di una sorta di sondaggio tra i consiglieri Pdl della Regione (sarebbero tutti a favore della mozione di maggioranza del partito tranne Annalisa DAguanno). Dopo la direzione di giovedì, la Polverini deve molto probabilmente valutare la possibilità di mettere in campo nuovi equilibri. Quel che pare evidente, allo stato delle cose, è che ben difficilmente da palazzo Chigi si accetterebbe il varo di una giunta regionale dove il peso dei «finiani» sia anche solo poco più che simbolico.
In un primo momento gli ex di An dovevano coprire un terzo della futura giunta. Al loro interno però si replica tra Fabio Rampelli e Augello lo stesso braccio di ferro che vede opposti Berlusconi e Fini. Tra i due litiganti potrebbe però essere un terzo a goderne. I notisti politici ieri alzavano improvvisamente le quotazioni di Alemanno come «sponsor» forte della giunta. Anche il sindaco di Roma è diventato un frequentatore assiduo in questi ultimi tempi di Palazzo Grazioli.
La stessa Polverini, una volta uscita dallincontro con Berlusconi, ha però cercato di smorzare i toni: «Per quello che mi riguarda la quadra sui partiti cè». Segno che le correnti (pardon, le metastasi) non hanno infiacchito il progetto di governo del Lazio.
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