da Milano
In coda e senza spazientirsi perché questa è l’occasione per cambiare l’Italia. È il Popolo della libertà che fa il programma, le priorità dei primi cento giorni del governo Berlusconi. Il presidente con 3636 parole cambia l’Italia e noi, dicono, «decidiamo su cosa puntare per il futuro del Paese messo in ginocchio dalla sinistra».
Refrain dai diecimila gazebo spalmati da Nord a Sud e che pure nei mille lombardi è anche test sulla pubblica amministrazione: «Esperienza esaltante» osserva Sandro Bondi che vota le priorità programmatiche a Porta Venezia, nel cuore di Milano. «C’è entusiasmo, c’è la partecipazione convinta di tantissima gente e soprattutto di un numero incredibile di giovani» commenta il coordinatore nazionale di Forza Italia. Fotografia di un partito «già profondamente radicato nella coscienza popolare» aggiunge Bondi, mentre Mariastella Gelmini spiega ai cronisti che tutto questo è «coerente con il modo in cui il Popolo della libertà è nato». Già, ha ragione la sempre in prima linea coordinatrice lombarda degli azzurri: è il filo diretto con il Paese aperto da Berlusconi, «miglior auspicio per il voto del 13 aprile».
Augurio dei cittadini che con scheda alla mano decidono l’importanza di ogni singola voce inserita nel programma del Popolo della libertà dando un voto che va da uno a cinque, «poco importante» o «molto importante». Risposte su temi concreti: dare più forza alla famiglia, ridare sicurezza alle nostre città, creare sviluppo e nuovo lavoro. «Programma che noi lombardi ci sentiamo di arricchire in base all’esperienza di governo portata avanti in questi anni» chiosa Roberto Formigoni. Il governatore candidato del Pdl al Senato è convinto che a Roma serva più Lombardia: «Noi abbiamo l’esperienza concreta di chi ha già fatto leggi per la famiglia, di chi ha istituito il buono scuola e abbassato le tasse ma anche è riuscito a costruire un sistema di dialogo tra chi governa e la società».
Virgolettato che declina il «modello lombardo» e, perché no, anche quello «milanese». «Su sicurezza, tasse e famiglia - temi che stanno a cuore ai cittadini - ci sono risposte chiare e non contraddittorie nel programma del Pdl, che conferma la bontà del «modello Milano» sostiene il vicesindaco meneghino Riccardo De Corato, mentre Ignazio La Russa sceglie le «sue» priorità: «Certezza della pena ovvero chi sbaglia deve pagare», «Basta clandestini sotto casa» e «meno tasse agli italiani». E come il presidente dei deputati di An sono centinaia di migliaia i cittadini che in ogni piazza (o quasi) d’Italia offrono un contributo a Berlusconi e al Pdl «per metterci nella condizione di lavorare». I temi che vanno per la maggiore? «Sicurezza, tasse e famiglia» dicono dai quartier generali del Pdl.
Temi di una campagna elettorale «aperta in mezzo alla gente, con tre schede, ognuna di cinque voci, stampate in milioni di copie che saranno ristampate molte volte in questo mese e venti giorni che separano dal voto» fa sapere l’azzurro Luigi Casero, che oggi inaugurerò insieme a La Russa, Gelmini e i massimi esponenti di Fi e An la prima sede del Pdl nel milanesissimo corso Vittorio Emanuele.
«Mettere assieme macchine organizzative diverse non è stata impresa facile, ma ce l’abbiamo fatta. Adesso, la velocità è aumentata» dicono gli azzurri: «Ora continuiamo il cammino con la gente».
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