E il «Porta a Porta» col Cavaliere finisce nel mirino dell’Authority

L’indagine partita da una segnalazione di Petruccioli e dopo la rinuncia del premier. Bonaiuti: «Queste sono prove di regime»

da Milano

L’Authority per le Comunicazioni ha aperto un fascicolo contro la Rai dopo la puntata di Porta a Porta che ha visto ospite il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. E subito scoppia la polemica politica. Il Garante potrebbe contestare a Viale Mazzini una violazione della par condicio, visto che nella puntata non c’è stato un esponente politico del centrosinistra e che il leader di Forza Italia è candidato alle amministrative a Napoli e Milano. In realtà la redazione della trasmissione di Raiuno condotta da Bruno Vespa aveva programmato una puntata con il presidente del Consiglio Romano Prodi, che però per due volte ha deciso di rinunciare. La decisione di Prodi, secondo fonti vicine al premier, sarebbe motivata dal fatto che ad oggi l’Unione non ha ancora preso decisioni rilevanti. Ma i collaboratori del Professore parlano di un «modello Berlusconi», senza contraddittorio, che a Prodi non piace affatto. Secondo alcune agenzie di stampa la puntata con Berlusconi sarebbe stata oggetto di un intervento formale del presidente della Rai Claudio Petruccioli, tramite una lettera indirizzata a Bruno Vespa e al Direttore del Tg1 Clemente Mimun con la richiesta di una spiegazione di quanto verificatosi. La richiesta di Petruccioli sarebbe stata formulata nelle vesti di Direttore generale della Rai che attualmente gli competono dopo l’autosospensione di Alfredo Meocci. Nella lettera Petruccioli avrebbe parlato di «macroscopica violazione» della legge sulla par condicio. Il fatto, secondo quanto si è appreso, sarebbe anche stato segnalato all’Authority per le comunicazioni, con la Rai nella posizione di «parte lesa». Il conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa, avrebbe risposto a Petruccioli che anche altre trasmissioni si sono svolte senza contraddittorio, e che in quel caso gli ospiti erano tutti dell’area di centrosinistra e avrebbe già preparato una lettera con le controdeduzioni per l’Agcom. Secondo Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, «la sinistra ha ancora paura di Berlusconi e vuole impedirgli di andare in tv. Prodi evita il confronto nella stessa trasmissione e con le stesse regole, due giorni dopo, solo perché teme di avere meno spettatori di Berlusconi. Mentre l’Authority colpisce Porta a Porta - aggiunge - l’Unione vuole stabilire nuove regole televisive per mettere nuovi bavagli al capo dell’opposizione. Siamo di fronte a prove di regime».


Anche secondo il parlamentare di Forza Italia Maurizio Lupi la decisione dell’Agcom è «politica»: «A pensar male si fa peccato? E allora preferisco peccare, sospettando il peggio nell’eccezionale tempismo dell’Authority. Chi la guida è un uomo al di sopra delle parti, ma il dubbio che questo sia un avvertimento a futura memoria resta».

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