E il premier lancia le leggi «ad libertatem»

Roma«Un presidente, c’è solo un presidente!», cantano sfidando la pioggia i giovani simpatizzanti del Pdl. All’arrivo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, tornato a Palazzo Grazioli dopo l’aggressione del 13 dicembre, hanno srotolato uno striscione con la scritta «Benvenuto Presidente» e hanno sventolato bandiere del Popolo della libertà mostrando t-shirt con lo slogan «Meno male che Silvio c’è».
La notizia, però, non è né nel ritorno né nelle manifestazioni di quell’affetto che nell’ultimo mese non gli è mancato, ma nella linea politica di Silvio Berlusconi: un 2010 all’insegna dell’amore. Il premier, infatti, si è rivolto ai suoi ragazzi così: «Auguro a tutti buon anno. Vedrete che faremo una splendida campagna elettorale». Anche i postumi ormai sono superati.. «Avete visto che ho un segnetto appena qua - ha aggiunto mostrando il volto - ma ho fatto dei muscoli fortissimi. Sto bene adesso».
Scherza anche sul souvenir che gli è stato scagliato contro. «Le statuette del Duomo hanno perso di valore e te le tirano dietro... », sorride stringendosi nel piumino della Marina militare russa, un dono di Putin che ha indossato in tutte le recenti uscite pubbliche. L’unico cruccio è il dente perso: «Purtroppo dovrò fare un impianto, probabilmente». Poi un’altra sorpresa, Berlusconi fa capolino a RedTv, l’emittente dalemiana che ha sede al piano terra di Palazzo Grazioli. «Buongiorno, faccio gli auguri anche a voi!», ha detto ai redattori sorpresi della visita.
Niente frecciate né distinguo. Fiducia e stima anche per il presidente della Camera Fini con il quale non sono mancati fino a poco tempo fa motivi di attrito. «Per me non ci sono problemi: ci sono tanti anni di collaborazione leale e non ho mai avuto dubbi», ha rilevato.
La voglia di rimettersi al lavoro resta un tratto distintivo che va al di là delle solite polemiche che lo attendono nei palazzi romani. «Che risponde a Bersani che insiste con il suo sul "basta" alle leggi ad personam?», gli domanda una cronista. «Non voglio più parlare di queste cose - taglia corto - sono leggi ad libertatem e mi indigno soltanto quando sento... e non voglio indignarmi. Adesso pensiamo a fare le cose di cui c’è bisogno come le riforme a cui ho lavorato e a cui stiamo lavorando».
Ecco, le riforme sono l’obiettivo vero che Berlusconi si è prefissato per l’anno in corso e che caratterizzano da subito i primi impegni romani del premier: un vertice di maggioranza nel pomeriggio e un incontro con il presidente della Repubblica in serata. «Ho lavorato molto alla riforma fiscale, abbiamo delle idee molto buone», ha dichiarato prima di entrare a Palazzo Grazioli sottolineando come «sia indispensabile ammodernare il Paese e quindi su questo credo che varrà la pena di impegnarsi tutti».
Un invito rivolto in primo luogo al Pd. «Speriamo che anche l’opposizione su questo possa con noi convenire che si tratta di una cosa indispensabile», ha precisato. Peccato che Bersani abbia fatto spallucce replicando che «non decide Berlusconi quando si litiga e quando si fa l’amore». Forse perché l’amore di Bersani non è gratuito?
L’orizzonte temporale di Berlusconi però non è governato dalle contingenze. La riforma fiscale? «C’è da lavorare, penso però che si possa fare quest’anno. Soprattutto se ci sarà la volontà di tutte le parti, penso che si possa fare». E dal vertice di maggioranza, durato circa due ore, escono subito i primi frutti: via libera al maxiemendamento al ddl sul processo breve per venire incontro all’opposizione, mentre sul fisco si comincerà a lavorare riordinando le imposte e accorpandole. L’abbassamento della pressione fiscale, invece, dovrà essere compatibilmente con l’equilibrio dei conti pubblici strettamente sorvegliato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Verso le 19 l’incontro con Napolitano, durato circa un’ora. «È andato tutto bene.

Con il capo dello Stato abbiamo parlato dell’attività di governo nei prossimi mesi e delle cose da fare», chiosa Berlusconi al ritorno dal Quirinale fermandosi dinanzi a un negozio di gioielleria in corso Vittorio Emanuele. È come se non fosse cambiato nulla e invece è cambiato tutto.

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