Toh, Prodi esiste. Vive e lotta con Veltroni. Ve leravate dimenticato? Ma no, è sempre lui il presidente del Pd. Eccolo lì, sul palco di Bologna, con tutto lo stato maggiore, anche un po minore, del nuovo partitone. È comparso ieri sera, all'improvviso, dopo una latitanza durata per l'intera campagna elettorale. E per non smentirsi ne ha detta una delle sue: «Abbiamo costruito il Pd, che è l'unico punto di riferimento democratico della storia italiana». Niente di meno.
Il Pdl? Non è democratico. La Sinistra Arcobaleno? Nemmeno. L'Udc? Un noto partito autoritario. Per non dire dei socialisti di Boselli, che probabilmente sono passati direttamente dallanticamera allantidemocrazia. O almeno, così pensa Prodi, definendosi lunico democratico rappresentante dellunico partito democratico della democrazia italiana. Mah: forse è vero che linsuccesso dà alla testa.
Veltroni, non volendo essere da meno, ha salutato il premier come un «grande servitore dello Stato». Poi ha detto che a lui va la «gratitudine di tutto il Paese». Eccome no. E allora perché non lha portato in giro per lItalia? Lunico palco in cui ha osato mostrarlo è stato quello di Bologna: evidentemente qui sono abituati a vederlo. Oserei dire, assuefatti. Non sentono nemmeno il bisogno di fischiare.
In effetti pare che lunico momento di panico a Bologna labbiano avuto quando Prodi ha detto: «Vinciamo per continuare quello che abbiamo fatto». Brividi in platea, brividi sul palco.
mG
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