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E la Quercia avverte i governatori «Se vinceremo, taglieremo i fondi»

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da Roma

«Cari governatori, stringete la cinghia». Il messaggio è di quelli destinati a non piacere a nessuno. Considerando inoltre che i destinatari sono i presidenti delle giunte di sinistra, già in guerra con il governo per l'imposizione di una dieta - dicono loro - ai limiti della sopravvivenza, l'invito assume i toni di un diktat inaccettabile. Se poi l'esortazione è stata, come pare, pronunciata dai vertici dei Democratici di sinistra, il tutto assume venature di sadismo.
Il fatto risalirebbe a una recente riunione tra i responsabili enti locali dei Ds e i presidenti delle amministrazioni regionali governate dal centrosinistra. Gli esponenti della Quercia, secondo una ricostruzione del quotidiano L’Indipendente, hanno spiegato che in caso di vittoria elettorale dell’Unione «il flusso di finanziamento verso le regioni sarà interrotto». Una cura ben più drastica rispetto al tetto alle spese deciso dal governo, criticatissimo da regioni, province e comuni. La cura del ministro dell'Economia Domenico Siniscalco garantisce comunque un aumento degli stanziamenti a favore delle regioni, anche se lo limita entro dei parametri. La spiegazione per un avvertimento simile è la scelta di dare la priorità ai problemi dell'economia nazionale, rinviando i nodi delle finanze regionali, in primo luogo l'esplosione della spesa sanitaria. L'unica reazione all'invito sarebbe stata quella della presidente dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti, che già in passato aveva spiegato a collaboratori e alleati la sua idea. In sintesi: con la sinistra al governo il clima cambierà sicuramente in peggio, anche perché i rappresentanti delle amministrazioni locali eletti dalla sinistra non potranno chiedere sacrifici scaricando le responsabilità sull'esecutivo di centrodestra. Meglio - avrebbe detto la Lorenzetti - prepararsi per tempo e ridurre il numero di enti, consigli di amministrazioni e organismi pubblici.
Nessuno dei presidenti delle giunte di sinistra se l'è sentita di polemizzare. Ma un assaggio di come un governo dell'Unione potrebbe risvegliare il conflitto periferia-centro all'interno della sinistra lo ha dato recentemente la reazione dei governatori al documento in cui Fabio Mussi, Cesare Salvi e Giorgio Napolitano hanno denunciato gli sprechi delle regioni amministrate dal centrosinistra.

I governatori delle regioni meridionali, soprattutto il calabrese Agazio Loiero e il campano Antonio Bassolino, hanno respinto le accuse e non hanno revocato nessuna delle decisioni per le quali erano finite nel mirino dei «moralizzatori».

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