E Ratzinger celebra «lamico» don Giussani
25 Marzo 2007 - 03:03«A lui mi legano tanti ricordi. Ispirato dallo Spirito Santo, ridestò nei giovani lamore verso il cristianesimo come fonte di nuovi valori»
da Roma
«Il mio primo pensiero va al vostro fondatore, Luigi Giussani, al quale mi legano tanti ricordi», dice Papa Ratzinger, aggiungendo a braccio: «e che mi era diventato un vero amico». Piove e fa freddo. La piazza San Pietro è squassata dal vento ma il clima dellincontro sembra non risentire delle circostanze atmosferiche. È un ritrovarsi di amici quello tra gli ottantamila ciellini e Benedetto XVI. Loccasione è il pellegrinaggio per i 25 anni del riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione.
Il Papa cita «lultimo incontro» in occasione dei funerali di Giussani, da lui celebrati a Milano due anni fa. Ricorda che «lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa», attraverso don Gius, un movimento «che testimoniasse la bellezza di essere cristiani in unepoca in cui andava diffondendosi lopinione che il cristianesimo fosse qualcosa di faticoso e di opprimente da vivere». Don Giussani «simpegnò allora a ridestare nei giovani lamore verso Cristo... ripetendo che solo lui è la strada verso la realizzazione dei desideri più profondi del cuore delluomo, e che Cristo non ci salva a dispetto della nostra umanità, ma attraverso di essa».
Il Papa ripete che Giussani «cresciuto in una casa povera di pane, ma ricca di musica come amava egli stesso dire sin dallinizio fu toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza, non di una bellezza qualunque. Cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita che trovò in Cristo». Cita poi alcuni degli incontri avvenuti tra il fondatore di Cl e Giovanni Paolo II, ribadendo «che loriginale intuizione pedagogica di Cl sta nel riproporre in modo affascinante e in sintonia con la cultura contemporanea, lavvenimento cristiano, percepito come fonte di nuovi valori e capace di orientare lintera esistenza». Il movimento, aggiunge, è nato «nella Chiesa non da una volontà organizzativa della gerarchia, ma originata da un incontro rinnovato con Cristo» e dunque «da un impulso derivante ultimamente dallo Spirito Santo». Fedeltà e comunione con il Papa e i vescovi, insieme a «spontaneità e libertà» offrono la «possibilità di vivere in modo profondo e attualizzato la fede cristiana». Con poche parole, Ratzinger ridefinisce ormai superate contrapposizioni: la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono unespressione significativa, sono entrambe essenziali. Nella Chiesa infatti «anche le istituzioni essenziali sono carismatiche e daltra parte i carismi devono in un modo o nellaltro istituzionalizzarsi per avere coerenza e continuità».