E in una ristampa del Messale antico riappare la «conversione degli ebrei»

Nuovo screzio diplomatico nel rapporto tra Chiesa cattolica ed ebrei. La Libreria editrice vaticana ha mandato alle stampe a febbraio una nuova edizione del messale antico che - contrariamente a quanto disposto dal Papa - contiene una preghiera intitolata «Per la conversione degli ebrei» («Oratio pro conversione iudaeorum»). A rivelarlo è il Jerusalem Post, che, in un articolo, si domanda: «Come e perché la riedizione della preghiera del Venerdì santo appare senza una correzione del problematico titolo?».
La questione è annosa. Nel 2007 Benedetto XVI ha deciso di liberalizzare il messale pre-conciliare (la cosiddetta messa in latino) come gesto di attenzione ai cattolici tradizionalisti come i lefebvriani. Quanto alla preghiera per gli ebrei prevista per il venerdì prima di Pasqua, la parola «conversione» contenuta originalmente nel titolo era già stata depennata da Paolo VI. Giovanni XXIII, prima di lui, aveva già cancellato il riferimento alla «perfidia» degli ebrei. Con il Concilio vaticano II, poi, il messale antico era caduto in disuso. Dopo averlo liberalizzato, Benedetto XVI ha deciso di venire incontro al risentimento ebraico riformulando personalmente le precedenti versioni della preghiera del venerdì santo. Il Papa ha così cancellato il riferimento all’«accecamento» del popolo ebraico. Il testo attuale della preghiera auspica che Dio «illumini» i cuori degli ebrei affinché essi «riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini». Non abbastanza, per diversi esponenti dell’ebraismo mondiale.

Tanto che i rabbini italiani decisero, l’anno scorso, di interrompere la giornata del dialogo ebraico-cristiano del 17 gennaio. Solo un incontro al vertice tra il rabbinato italiano e la Cei del cardinal Bagnasco ha permesso di riprendere, quest’anno, l’iniziativa.

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