E Rossi sogna una Lazio con il cuore... Toro

Se in casa giallorossa si piange per Francesco Totti, in casa biancoceleste si sorride per il successo di Firenze. E così le due squadre arrivano con umore molto diverso al derby di domenica prossima. E, dopo che domenica proprio la Lazio battendo la Fiorentina ha «regalato» il quarto posto alla Roma, il tempo dei piaceri è finito. La Lazio sogna lo sgambetto alla Roma dei record, orfana del suo capitano. E Delio Rossi da un lato mette le mani avanti e dall’altra si dà parecchie chance: «Loro sono una corazzata - dice l’allenatore biancoceleste alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io. Lo sport” -, vengono da dieci vittorie e se in campo non metti certi valori, non li puoi fermare. Ma il derby resta una partita unica, speciale, e certi valori possono anche essere sovvertiti». E Rossi trova incoraggiamento nei precedenti: «Ricordo che certi derby di Torino, quando la Juventus aveva una squadra nettamente più forte, i granata li vincevano comunque. Domenica speriamo che la Lazio giochi da... Toro».
Poi si torna ai complimenti per i cugini a forza dieci: «La Roma quest’anno ha abbinato grandi giocatori e collettivo. Merito della società e dell'allenatore, che ha fatto capire che per estrinsecare determinate qualità, queste vanno messe al servizio degli altri. Il modulo rende la Roma una squadra difficile da affrontare. È camaleontica, ti lascia credere di poter fare la partita e poi ti colpisce. Esercita una grande pressione nella sua metà campo, poi, quando attacca, lo fa con giocatori veloci e centrocampisti che si sanno inserire e che non danno punti di riferimento. Sarà una partita difficile, anche perché credo che la dovremo fare noi, esponendoci a qualche rischio».
Impossibile evitare il capitolo-Totti, che salterà il derby. «Ed è un peccato - dice ancora Rossi -. Gli sono umanamente vicino, mi sembra un infortunio serio. E Totti è un patrimonio della Roma, della città e della nazionale. Sarebbe un dispiacere non vederlo ai Mondiali. E qui non c’entra niente la rivalità, siamo tutti italiani. Si era lamentato per i troppi falli subiti? È vero, serve tutela, ma in linea generale. Non ho la sensazione che nel campionato italiano certi giocatori giochino con la volontà di fare male ad altri».
E la Lazio corsara a Firenze? «Abbiamo vinto con merito. Contro una squadra così forte, non si vince se non fai una grande gara», spiega orgoglioso. «Una vittoria raggiunta con grinta e carattere, è vero, sono componenti importanti, ma poi ci vogliono anche qualità ed organizzazione. Altre squadre sono più fisiche, noi dobbiamo cercare altre strade per esprimerci. Noi siamo una squadra che ha qualità e qualche giocatore sopra la media». Uno di questi è senz’altro Liverani.

«Va supportato in fase di non possesso, ma ha i ritmi di gioco nella testa. È un rappresentante di quel tipo di giocatori che stanno scomparendo, è un regista classico dai piedi buoni, veloce più di testa che di piedi. Poi sa verticalizzare, rischia anche la giocata per segnare».

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