
L'onda lunga dell'inchiesta milanese sull'urbanistica scuote anche un settore particolarmente delicato per la città, quello degli studentati universitari. Solo un caso, per ora, ma emblematico è quello che riguarda la società Redo, specializzata in rigenerazione urbana e social housing, che ha recentemente comunicato al Ministero dell'Università, guidato da Anna Maria Bernini, la rinuncia a tre importanti progetti a Milano, già finanziati attraverso il Pnrr.
Qualche giorno fa Redo si è tirata indietro. Ha annunciato di non poter firmare gli atti d'obbligo relativi a questi interventi a causa dei ritardi nel rilascio dei titoli abilitativi, un passaggio burocratico fondamentale per l'avvio dei cantieri. Ritardi che ovviamente mettono a rischio la consegna dei lavori e di conseguenza anche i finanziamenti stessi. I ritardi sono stati aggravati anche dall'impossibilità di attivare le deroghe urbanistico-amministrative richieste nei mesi scorsi. Risultato: la rinuncia alla realizzazione di ben 1.530 nuovi posti letto per studenti, suddivisi tra i progetti di Rogoredo (473 posti), Greco Breda (447 posti) e San Leonardo (600 posti). Gli interventi erano già stati ammessi al finanziamento con apposito decreto ministeriale e rappresentavano un tassello importante sicuramente per la città ma anche per il raggiungimento di un obiettivo importante per l'intero Paese: la realizzazione di 60.000 nuovi posti letto per gli studenti entro il prossimo giugno 2026, così come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un obiettivo considerevole per il quale il governo ha stanziato risorse ingenti 1,2 miliardi di euro e ha aperto bandi a cui per la prima volta possono partecipare anche enti pubblici, come comuni e università. Che erano stati invitati e sollecitati dal ministero a partecipare ai bandi già attivi il tavolo tecnico Lo stesso Ministero, in un incontro con i rettori organizzato nei mesi scorsi, ha ribadito che non è necessario un tavolo tecnico permanente: l'invito era invece a partecipare concretamente ai bandi già attivi. La rinuncia di Redo suona un po' come un campanello d'allarme per Milano dove l'esigenza della realizzazione di studentati è ormai un'emergenza.
Il rischio è che, se i progetti non vengono avviati e completati entro la scadenza di giugno 2026, i finanziamenti del PNRR vadano persi. A quel punto, non solo si perderanno risorse preziose, ma si aggraverà una carenza strutturale di alloggi per studenti.