San Desiderio in alta Valle Sturla, paese a maggioranza comunista, può vantare quasi un primato di trascuratezza da parte delle amministrazioni di sinistra: oltre ad appartenere alla zona collinare genovese, da sempre dimenticata, ha un problema insoluto da vent'anni. L'area della Plinthos, fabbrica di laterizi fondata nel 1904 per sfruttare l'argilla rossa della zona e che nel secondo dopoguerra occupava 350 addetti, dopo la dismissione è diventata sede della Civica Depositeria di auto sequestrate nonostante un bel progetto di riqualificazione per un pubblico utilizzo. «Questo spazio, centrale al paese e gestito dal Comune, potrebbe essere destinato in parte al verde attrezzato che ci manca, in parte per posteggi quanto mai necessari, in parte per capannoni destinati ad artigiani». A sostenere questa tesi, su cui concordano gli altri abitanti, è Maria Rosa Rossetti che abita a San Desiderio da 39 anni ed è consigliere per la Lega Nord nel Municipio IX Levante.
Il 31 marzo 2003 il Consiglio della IX Circoscrizione Levante (allora di centro-sinistra) approvò un ordine del giorno per chiedere il parziale impiego dell'area a pubblico posteggio. Ad un'interrogazione di Arcangelo Merella, allora assessore alla Mobilità e Traffico, la direzione della Polizia Municipale rispose che era stato costituito un gruppo di studio ad hoc in seno ai progetti speciali della Vice Direzione Generale del Comune. La risposta fu inviata anche a Roberta Morgano, assessore alla Vivibilità, che è tuttora in sella, ma dal 2003 nulla è stato fatto.
San Desiderio è paese di gente tosta per tradizione: doveva essere tosto assai il contadino e pio uomo del IV secolo da cui prende nome, «scelto» su indicazione degli angeli (come narra la leggenda) da messi venuti apposta da Langres in Borgogna per farlo loro terzo Vescovo con il nome Didier e morto martire nell'invasione dei Germani. A San Desiderio fu allattato, crescendo a balia, Giuseppe Mazzini, poi un «tosto» pensatore.
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