E la sceneggiata anti Rai va in onda pure sulla Rai

RomaMichele Santoro esce dalla porta e rientra dalla finestra. La sospensione di Annozero in seguito all’applicazione del regolamento sulla par condicio non comporterà per l’abbonato Rai un’astinenza troppo lunga dal teleprocesso più famoso d’Italia.
I possessori di un decoder digitale terrestre o di un impianto satellitare potranno infatti gustarsi su Rainews 24, il canale tutto notizie di viale Mazzini, la diretta di Rai per una notte: la gran parata dell’antiberlusconismo militante (da Marco Travaglio a Daniele Luttazzi a Sabina Guzzanti a Roberto Benigni) travestita da manifestazione in difesa della libertà di espressione promossa dal sindacato unico dei giornalisti. In pratica, un Annozero formato palasport.
E dunque l’interrogativo si ripropone in altre forme. Se il consiglio di amministrazione della Rai ha deciso di interrompere durante la campagna elettorale quattro talk show di approfondimento politico per non incorrere in eventuali sanzioni, può un canale digitale della stessa Rai trasmettere de facto una di queste trasmissioni? E soprattutto può mandare in onda una kermesse di protesta contro le decisioni di Masi, Garimberti & C.? Non c’è poi il rischio di un eccessivo sbilanciamento della stessa manifestazione considerato che l’unica voce moderata, quella di Bruno Vespa, ha cortesemente declinato l’invito?
Il direttore di RaiNews24, Corradino Mineo, non pensa che la diretta dell’evento corrisponda a un atto di insubordinazione. «Mi assumo le mie responsabilità - dice - ma non intendo lasciare la copertura della manifestazione alla concorrenza dopo che nell’ultima settimana siamo riusciti a eguagliare l’audience di Sky Tg24 pur avendo meno risorse a disposizione». Insomma, Mineo difende la sua indipendenza e la sua linea editoriale. «Ho trasmesso la manifestazione del popolo viola, quella del Pdl e anche la protesta contro la privatizzazione dei servizi idrici», ha aggiunto elencando le sue ultime dirette «scottanti» mandate in onda senza chiedere autorizzazioni perché «lavoro in Rai dal 1° febbraio 1978 e censure non me ne ha mai fatte nessuno».
Ecco, la spiegazione è tutta lì, in questa estremizzazione del concetto di servizio pubblico. «Santoro afferma di fare servizio pubblico, in questo momento non si può non affrontare la questione e poi sarei perdente se mi rivolgessi solo a un certo tipo di pubblico, abbiamo molto seguito anche tra elettori di centrodestra», sottolinea il direttore che, tuttavia, sa di avere imboccato un percorso scomodo. «Quando abbiamo trasmesso la manifestazione del popolo viola un consigliere Rai si è lamentato e mi ha detto che non era opportuna quella diretta, ma con me nessuno ha mai alzato il telefono e mi ha detto quali notizie dare e come darle anche se so che se qualcosa va storto, la colpa verrà attribuita a me», ha concluso.
Mineo, che il 2 marzo era in via Teulada tra la folla che assisteva alla protesta contro la chiusura dei talk show, sa bene come «giocare» sul confine tra diritto di cronaca e provocazione santoriana. E, alla fine, ha messo in difficoltà anche la stessa azienda. RaiNews24 è una testata giornalistica e, in regime di par condicio, gode della stessa libertà di movimento garantita ai telegiornali. Il direttore generale, Mauro Masi, perciò ha le mani legate. Tuttavia se nel cda di domani un consigliere dovesse sollevare obiezioni sull’opportunità di trasmettere Rai per una notte (che, per inciso, utilizza indebitamente il nome della tv di Stato), non è escluso che ci possa essere un ripensamento dell’ultimo minuto sulla diretta di giovedì.

Che riaprirebbe il solito rosario di polemiche della sinistra: se non si dà il via libera incondizionato ai processi contro Berlusconi, si coarta il diritto di espressione e si creano nuovi «martiri» della libertà di stampa...

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