E Schumacher gli fa la scuola guida

nostro inviato a Valencia

L’ha interrogato durante il pranzo e i due si sono subito annusati e piaciuti. Poi, in serata, Michael Schumacher ha deciso che il giorno dopo avrebbe dato a Valentino delle lezioni di guida. O meglio: di traiettoria. Appuntamento, dunque, per la tarda mattinata di ieri. Perché, in effetti, il limite più evidente mostrato a Valencia da Rossi è stato quello di non essere riuscito in tutti i punti del tracciato ad adattare le traiettorie motociclistiche alla monoposto. Anche perché molto cambia nell’approccio alla curva tra lo stare in sella o al volante. In auto si frena più tardi e ci si butta dentro, altro che piegare. Soprattutto, i cordoli si devono evitare come la peste, mentre su una F1 vanno aggrediti. Sempre.

Da qui la decisione della “Premiata scuola guida Schumacher”, sponsorizzata dal box Ferrari: «Fate qualche giro uno dietro l’altro, tirate, così Valentino riesce a capire fin dove può osare», è stato il concetto espresso dagli uomini in rosso. Peccato che l’autoscuola Schumi abbia funzionato solo per tre quarti di giro, poi il tedesco è stato tradito dal motore della 248F1. E addio lezione completa.

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