Cultura e Spettacoli

E se al posto di Santoro andasse Giuliano Ferrara?

Il direttore del Foglio si candida. Vorrebbe condurre L'esame. La nuova trasmissione andrebbe in onda il giovedì sera, al posto di Santoro. Per ora è solo un pettegolezzo, ma già fa infuriare gli anti Cav

E se al posto di Santoro andasse Giuliano Ferrara?

Giuliano Ferrara in prima serata su RaiDue? Un pettegolezzo televisivo. Ci credono tantissimo al Fatto Quotidiano e all'Espresso nella speranza che il gossip si ingrossi. E il direttore del Foglio che dice? "Una mattina sfogliavo un giornale, leggevo gli ascolti di Rai2 e di Gianluigi Paragone, stanco di manifestazioni, petizioni, appelli e un’ispirazione mi ha travolto". Da lì l'idea di scrivere al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, per proporsi per la conduzione di un programma al posto di Annozero. Il propblema è che l'idea - lo "sfizio di fare una cosa nelle intenzioni bella, a vocazione di servizio pubblico, e naturalmente al completo servizio di Berlusconi e Lavitola" - è rimasta una una voce di corridoio. Nero su bianco su quella lettera indirizzata alla Lei. Niente di più. Eppure già fa iunfuriare tutta l'intellighenzia rossa e anti berlusconiana. 

Eppure Dagospia assicura che l'Elefantino inzierà già ai primi di gennaio. Giovedì sera, proprio come il fu Michele Santoro che, in questi giorni, rosica e soffre la mancanza di mamma Rai a tal punto da meditare di brigare per portare Servizio pubblico in viale Mazzini. Ce la farà? Non si sa. Quel che il quotidiano diretto da Antonio Padellaro dà per certo è che a Ferrara non dispiacerebbe occupare quella prima serata lasciata vuota dal tribuno della sinistra. "Non conosco l’esito non posso sapere i progetti di Viale Mazzini", avrebbe spiegato Ferrara in una intervista al Fatto Quotidiano per poi sentenziare: "Prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro".

Probabilmente il titolo della nuova trasmissione L’esame, almeno questo è certo che sia nelle corde di Ferrara. Perché il direttore del Foglio vorrebbe che "ci sia un confronto di opinioni". "Io non sono per al verità estrapolata come il molare dal dentista - spiega - io non sono la voce del popolo". Insomma, una trasmissione veloce e dinamica. E spiega il format che ha in mente: "Pochi filmati, due mie interviste a due personaggi diversi, un gruppo di persone che giudica e consente al sondaggista Nando Pagnoncelli di fare le sue statistiche". Niente ansia da prestazione. Perché in una tivvù fatta di audience e share bisognerebbe prediligere i contenuti. E, infatti, Ferrara non si aspetta "cifre esplosive", vuole piuttosto regalare ai telespettatori "due ore di sana e pacata riflessione". Appuntamento che manca, eccezion fatta per Qui Radio Londra (al quale Ferrara non vuole rinunciare), in una Rai eccessivamente assoggetata a logiche ideologiche.

Quindi è tutto dato per fatto? Assolutamente no. Perché una lettera a firma Manuela Glorioso arriva alla redazione del Foglio e chiede lumi sulla gestazione della nuova trasmissione. E l'Elefantino la accontenta e le parla del "pettegolezzo televisivo". Un pettegolezzo che si ingrossa, fa il giro delle testate, finisce sui quotidiani. Gli addetti ai lavor ne parlano. Per, poi, rinfacciare a Ferrara di "aver usurpato anche Santoro" come aveva fatto con Enzo Biagi, senza però tener presente che il Fatto del giornalista emiliano "è successivo a Radio Londra di 23 anni fa su Canale 5, nella stessa collocazione oraria". Dunque? Dunque si vedrà. Per ora tutto rimane un (bel) pettegolezzo, anche perché Ferrara non ha (ancora) ricevuto alcuna risposta dalla Lei. Eppure anche il pettegolezzo è sufficiente per scatenare l'opposizione famelica di saltare alla gola del direttore del Foglio.

Col solito Pancho Pardi (Idv) che si affretta a parlare di "occupazione completa".

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