Fausto Biloslavo
Il velo islamico imbarazza la maggioranza di Riccardo Illy in Friuli-Venezia Giulia. Una fetta del centrosinistra difende il diritto al chador, che le donne islamiche indossano per coprirsi di nero dalla testa ai piedi, la giunta accoglie come «raccomandazione» un ordine del giorno in tal senso, ma poi il provvedimento viene bocciato per un soffio dal voto trasversale del consiglio regionale. La vicenda ha origine con la famosa ordinanza anti burqa di Enzo Bortolotti, il sindaco leghista di Azzano Decimo, un comune friulano. Ripescando una vecchia legge sul mascheramento il primo cittadino aveva proibito velo o burqa islamico. Un provvedimento revocato poi dal prefetto di Pordenone, ma nel frattempo i vigili di Azzano Decimo si erano dati da fare. In settembre Fatima Halil era stata fermata e multata mentre girava per il mercato coperta dal chador. Il marito l'aveva convinta a intentare un ricorso per opporsi al provvedimento amministrativo.
Il caso sembrava dimenticato, fino a due giorni fa, quando una pattuglia di consiglieri regionali del centrosinistra ha presentato un ordine del giorno che ha riacceso i riflettori e le polemiche. I firmatari volevano «impegnare la giunta a verificare la possibilità di farsi carico delle spese legali eventualmente necessarie» per sostenere il ricorso che la donna islamica sta preparando contro la multa. Per motivare l'esborso sono stati chiamati in causa gli articoli della Costituzione che garantiscono il «diritto a professare liberamente la propria fede religiosa». Fautore dell'iniziativa Pio De Angelis, di Rifondazione comunista, ma gli altri firmatari riflettevano l'intera maggioranza di Intesa democratica, che ha vinto le elezioni in Regione. La patata bollente è arrivata in aula l'altroieri e all'inizio la giunta ha cercato di metterci una pezza «accogliendo come raccomandazione» l'ordine del giorno in difesa del chador, pur giudicandone i contenuti «aleatori». A questo punto, però, il provvedimento è passato all'esame del Consiglio regionale, che lo ha bocciato. Illy al momento dello scrutinio non era in aula, altre assenze tattiche, fra le fila del suo movimento, Cittadini per il presidente e i voti contrari di alcuni consiglieri del centrosinistra hanno fatto andare sotto la maggioranza.
Dopo l'autogol Illy ha cercato di assestare la barca con una dichiarazione alle agenzie: «Occultare il viso in luoghi pubblici è proibito dalle norme vigenti solo nel caso in cui questo atto sia finalizzato a commettere un reato. Coprirsi il volto per motivi religiosi è consentito e, se questa interpretazione delinea correttamente il caso della donna multata ad Azzano, allora è opportuno fare di tutto perché questa cittadina si possa difendere e ottenere ragione».
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