E Spalletti se la ride: "Siamo saliti al 2% la Roma se lo merita"

La vittoria con l’Atalanta si chiude con il coro "vinceremo il tricolor". Il tecnico: "Non abbiamo nulla da perdere". E Totti alla fine fa il giro d’onore con la famiglia

E Spalletti se la ride: "Siamo saliti al 2%   la Roma se lo merita"

Roma - «Avevo detto che le possibilità scudetto erano l’1 per cento? Bene, adesso siamo saliti al 2». Luciano Spalletti non si scompone nè si sbilancia, chissà se si aspettava questo finale thrilling. Sotto sotto, forse, lo sperava. Brava la sua Roma a recuperare cinque punti in due giornate, che forse accrescono il rammarico per quelli gettati via in precedenza. Mai i giallorossi avevano vinto così tanto in un campionato (ieri con l’Atalanta la vittoria numero 24) e aver superato quota 80 punti è già un risultato straordinario. Ma a un turno dalla fine, il miracolo-scudetto è ancora possibile. «Sarà destino, non lo so. So solo che a Catania ci aspettano novanta minuti di fuoco, ma non avremo nulla di perdere. E aspetteremo il verdetto di Parma», dice Francesco Totti mentre festeggia in campo con il giro d’onore di giocatori e figli l’ultima stagionale all’Olimpico.

«Meritavamo di giocarci questa chance e siamo riusciti a metterla in pratica, siamo stati bravi, forse loro, visto come era andato il campionato precedente, pensavano di farcela con più facilità», sottolinea Spalletti. E a chi gli chiede se c’è qualche partita che rigiocherebbe, il tecnico non ha dubbi: «Quella con i nerazzurri, anche se nel girone di ritorno siamo primi, quindi lo lascerei così. Ora niente recriminazioni, c’è da giocare l’ultima partita e poi fare i complimenti a chi vincerà lo scudetto. L’Inter, comunque, non risentirà psicologicamente del momento, ha giocatori di esperienza che sanno sopperire a queste insidie. Cuper e Zenga i nostri avversari? Credo che siano più concentrati sul futuro che sul passato...».

Il pubblico dell’Olimpico (scarso per la verità, appena 36mila i presenti) vive una strana domenica. Il cuore è per la squadra che deve piegare (e lo farà senza grandi problemi) l’Atalanta dell’ex Del Neri, battuto per la prima volta a Roma da avversario. Di rassegnazione dopo il gol interista di Vieira, di grande euforia nel quarto d’ora in cui il Siena mantiene il primo pareggio, di sconforto al bis nerazzurro di Balotelli, di gioia incontenibile all’annuncio radiofonico della rete di Kharja e alla prodezza del portiere austriaco dei senesi Manninger. E al fischio di Banti l’urlo «vinceremo il tricolor» arriva da tutti i settori dello stadio.

Il francese, altro ex, in settimana aveva promesso al vecchio compagno di squadra De Rossi di ripetersi dopo il gol decisivo alla Juve. Promessa mantenuta. «Onore al Siena che ha dimostrato grande fair play, tipica delle squadre inglesi, e a Houssine - dice il centrocampista giallorosso - gli ho mandato subito un messaggio. Lo farò anche con Marco Materazzi, mi dispiace per il rigore che ha sbagliato: quando successe a me a Manchester, fu il primo a inviarmelo per consolarmi. Catania? Non credo che sarà una battaglia. E non credo che l’Inter sia giù di morale, a loro basta vincere l’ultima e quindi rimane la favorita. Ma ritengo che la Roma lo meriti di più».

Ieri un’altra prova di qualità. Segna Panucci (quinto gol in campionato, eguagliato il suo record personale), raddoppia De Rossi con un’esecuzione degna del miglior Totti e intanto la panchina si informa su quanto accade a Milano. «Al boato c’è stato qualcuno che ha detto che il Siena aveva segnato il terzo gol, invece era l’errore dal dischetto», confessa Spalletti. Il gol dell’atalantino Bellini arriva quasi allo scadere e non rovina la festa.

Ultimo atto a Catania, dove la Roma andrà senza tifosi, ordine dell’Osservatorio. «Mi auguro che ci ripensi, si avvantaggerebbe una squadra a scapito dell’altra», l’augurio del tecnico. Che sotto sotto spera nel colpaccio. In fondo, non sarebbe la prima volta nel nostro campionato.

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