E la stazione Centrale diventa un’oasi in città

«Se resterà come ora, pulita e soprattutto molto curata dal punto di vista della sicurezza, col tempo potrebbe davvero funzionare come centro di ritrovo». Attende un amico Andrea Sinigalli, 35 anni, in Stazione Centrale. E’ arrivato mezz’ora prima per ciondolare in siesta tra i negozi, ma anche per concedersi una bella visita alla Feltrinelli, dove ha comperato due libri. Poi si è seduto su una panchina, assorto tra le pagine. «E’ un luogo gradevole e lo è diventato ancora di più da quando hanno aperto il bar all’esterno» conclude.
Il bookshop è una calamita per molti bibliofili. Vi imperano i classici, dettaglio rilevante. Anna Freddi confessa di venire alla Centrale per scegliere i libri. «Sono tre piani interessanti e forniti di titoli che a volte non trovi da altre parti. Ho cominciato a conoscere questa libreria venendo ad aspettare le amiche che arrivavano in treno e ora la preferisco ad altre della città. Poi, una volta che sono qui, un giretto da «Zara», piuttosto che in un altro negozio, non è male. Con la città deserta, i milanesi potrebbero divertirsi alla Centrale anche a Ferragosto. Almeno c’è vita».
Da «Zara» c’è già il ventaglio di novità della collezione autunno-inverno. Colori dominanti il verde e l’oro. Buttano l’occhio turiste con il trolley ma anche ragazze che paiono attirate solo dalla moda, non dal viaggio. «E’ vero che ultimamente c’è un incremento della clientela milanese - dichiara la responsabile del negozio -. Questo centro commerciale è poco conosciuto ancora. Se ci fosse una battage pubblicitario più serio decollerebbe, anche perché le donne rivelano che è un luogo di shopping tranquillo, meno congestionato di folla rispetto ai punti vendita del centro. Possono scegliere il guardaroba con più tranquillità». Marco e Gianni stanno prendendo un caffè al bar del piano terra. Vivono a Milano, dove stanno portando a termine un dottorato di ricerca. Sono di Firenze. Non stanno partendo, si sono dati appuntamento qui per sfizio. «E’ divertente trovarsi alla stazione - dice Marco - soprattutto da quando è diventata così protetta. Ben sorvegliata. Questo bar fa un ottimo caffè e si conversa in serenità, inoltre di sopra c’è un buon giornalaio». Un neo? «Ci dovrebbero essere più posti per sedersi - nota Gianni -. Panchine o tavolini sparsi un po’ ovunque, la gente lo apprezzerebbe. Se a Ferragosto sarà tutto aperto come oggi, non è male l’idea di incontrarsi sotto i binari. Romantico, dopo tutto».
Farmacia, negozi di intimo, di bijoux, la profumeria, la pelletteria, prodotti alimentari. Moda uomo. Moda donna. Alla carellata di shopping non manca un pelo. «Sembra un aeroporto, più che una stazione. Speriamo che spicchi il volo perché se lo merita. Ma soprattutto speriamo che continui questo senso di protezione. Cosa molto importante per una città come la nostra. La sicurezza è il dettaglio più importante per trasformare questo corridoio di passaggio in uno spazio in cui si può godere di una sosta salottiera».

Anche Marina Cenci è milanese. Anche lei sta uscendo con un libro dalla portavetri. Le donne che hanno fatto grande Milano. Le donne che in stazione oggi vanno per cercare un’offerta di cultura. E niente altro. Evoluzione vera della stazione!

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