E la strada per la Biennale? Via Solferino

Che la raccomandazione sia sempre male è tutto da dimostrare. Dipende chi si raccomanda e perché. Tipo: raccomandare qualcuno, in quanto bravo e valente artista, difficilmente si può dire sia un male. In questo caso amicizia ed inciuci non c’entrano. È con questo spirito che Vittorio Sgarbi alla Biennale di quest’anno ha deciso di mettere in piedi un «Padiglione Italia» diverso dal solito a partire dal titolo: «L’arte non è cosa nostra». Un padiglione tutto all’insegna del proclama «l’arte non dev’essere nelle mani di una cricca di critici» ha operato uno spericolato saltafosso: fatto un passo indietro, ha lasciato che a scegliere fossero gli altri. Ha contattato «intellettuali» di destra e di sinistra (non si era mai visto uno Sgarbi così bypartisan, anche se la parola gli farà orrore), che hanno indicato ciascuno un artista. Stava poi ai contattati attenersi al bon ton del caso. Un bon ton con poche regole: se uno non sa, è meglio che lasci perdere e nelle scelte ci si tenesse lontani da quelle situazioni che possono far pensare all’inciucio. Tanto per dire, Franco Cordelli ha dato forfait: «Io, che non me ne intendo d’arte, ho ritenuto opportuno declinare».
Qualcun altro invece no, ha preferito andare dritto per la sua strada magari pescando un po’ troppo vicino allo stagno in cui ha l’abitudine di nuotare. Tanto per dire, Isabella Gherardi, artista e architetto, è la fidanzata di Giovanni Sartori, politologo osannatissimo a sinistra e gran firma del Corriere della Sera. A «raccomandarla» per il Padiglione Italia è stata Gaia Servadio, scrittrice e firma del medesimo quotidiano. Insomma cose che, tolta qualsiasi considerazione sul valore artistico della signora Gherardi, qualche ironia la possono produrre. Tanto più che sarà stata, certamente, una svista ma in alcune delle liste pubblicate prima della Biennale, come quella del giornale Flash Art (ancora on line sino a ieri) risultava che Isabella Gherardi era segnalata direttamente da Giovanni Sartori mentre Gaia Servadio faceva da madrina a Orlando Mostyn Owen, artista molto agreste e dalla pennellata robusta. Meno male che invece la lista definitiva ha messo tutto a posto, nessun errore. Scambio: Sartori non raccomanda più la fidanzata, raccomanda proprio quell’Orlando Mostyn Owen attribuito a Gaia Servadio e Gaia Servadio la fidanzata del suo potente collega di testata.

Meno male, se no che figuraccia! Certo anche così gli amici degli amici o le fidanzate degli amici sarebbe meglio lasciarle stare. Ma si sa purtroppo se la parte migliore del Paese è così piccola alla fine si finisce per dover far a meno del bon ton.

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