Lhanno definita «Twiplomacy», lo stato della diplomazia mondiale su twitter. E il vincitore assoluto è linquilino della Casa Bianca: è Barack Obama il leader politico più seguito sul social network, con un record di 17 milioni di «follower», cioè appunto i «seguaci». Lo studio è di Burson Marsteller e ha preso in considerazione 264 account twitter e 125 paesi, fra cui però non compare lItalia, perché né il presidente della Repubblica, né il capo del governo twittano (a differenza del ministro degli Esteri Giulio terzi, che per esempio di recente ha raccontato su twitter lemozione per la liberazione di Rossella Urru, la cooperante tenuta prigioniera in Mali).
È vero che - per esempio dalle nostre parti - cè chi pare ami «gonfiare» il numero dei follower per mostrare più sostegno di quello reale, ma sarà questo anche il caso di Obama? Difficile supporlo: la distanza con i colleghi è siderale, al secondo posto fra i leader mondiali più seguiti cè il venezuelano Hugo Chavez con oltre tre milioni di seguaci. Tantissimi, ma pochissimi rispetto ai 17 milioni di Obama. Che è stato il primo ad aprire un profilo sul social network ed è anche lautore del tweet più popolare, quello sulle nozze gay: «Le coppie dello stesso sesso dovrebbero essere in grado di sposarsi» è stato retwittato 62.047 il 9 maggio scorso. Insomma Obama, più che coi suoi colleghi, se la gioca coi superdivi: come Britney Spears, che lo supera di poco. Invece fra i politici al terzo posto cè la Casa Bianca (2,9 milioni di follower) e a seguire la regina Rania di Giordania (2,1 milioni) e il premier britannico Cameron (2 milioni).
Se Obama è il numero uno quanto a popolarità, quanto a risposte ne riceve pochine: solo luno per cento dei suoi tweet ottiene una replica. Vero è anche che ha firmato personalmente (con la sigla «BO») solo 8 dei cinquemila testi inviati (del resto, solo 30 leader su 120 twittano di persona) e usa il social network più che altro come mezzo per la campagna elettorale più che per interagire coi «follower».
In questo invece Chavez fa molto meglio: il 38 per cento dei suoi messaggi riceve risposta, anche se il record spetta agli africani, come lugandese Amama Mbabazi e il ruandese Paul Kagame, che ottengono circa il 90 per cento di risposte.Infine, i politici, fra loro, pare non si degnino granché di attenzione su twitter: circa metà non segue i colleghi, e il più «virtuoso» è Van Rompuy, interconnesso con undici colleghi.
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