E sul «fronte orientale» finalmente c’è molto di nuovo

Ma dove finisce l’Europa che Emmanuel Todd, nella intervista di questa pagina, esorta a proteggersi dalle invadenze che impoveriscono la sua economia e, conseguentemente, «alleggeriscono» anche il suo peso politico nel panorama mondiale? In «A Est. Belgrado, Bucarest, Sofia, Tirana, Varsavia. Il volto della nuova Europa» (Einaudi, pagg. VI-156, euro 12,50), Flavia Capitani Flavia ed Emanuele Coen forniscono una risposta, esaminando cinque città e cinque stati con un passato comune. Oggi, a 17 anni dalla caduta del Muro di Berlino, le capitali dei Balcani e dell’Europa orientale cominciano a uscire dall’isolamento in cui erano state relegate dai regimi comunisti. L’apertura al mondo passa soprattutto attraverso le nuove generazioni, tra i venti e i quarant’anni, che riportano al centro della scena europea le loro capitali, grazie a iniziative e produzioni in campo musicale, artistico, culturale. Romania, Bulgaria, Polonia, Serbia e Albania, pur con le dovute differenze, idealmente si avvicinano sempre più a Bruxelles.

Questa rivoluzione silenziosa in pieno svolgimento traccia il futuro del Vecchio continente. Una transizione nata dopo anni di isolamento e proprio per questo contrassegnata da grande vitalità ed energia che rende oggi queste capitali le più vivaci d’Europa.

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