E sul vicepresidente cala il grande gelo: «Vogliono delegittimarci»

E sul vicepresidente cala il grande gelo: «Vogliono delegittimarci»

Non lo nomina, non gli esprime solidarietà. Non dice nemmeno frasi del tipo: «Spero possa chiarire la sua posizione con la giustizia». Niente di niente. Roberto Formigoni, nel suo discorso in aula, è gelido nei confronti del vice presidente arrestato Franco Nicoli Cristiani. E parla di «un’azione spregiudicata di operatori disonesti». Insomma, prende le distanze. È vero che in passato Nicoli Cristiani è stato uno dei suoi assessori per ben due legislature, ma ora non fa più parte della giunta.
La lettura politica di Formigoni è chiara: attraverso i commenti politici sull’arresto di Nicoli Cristiani è stato «messo in atto un tentativo di delegittimare» l’amministrazione regionale, ma «questa maggioranza e questa giunta hanno ottenuto risultati straordinari, di cui siamo orgogliosi e proseguiremo dunque su questa strada». Quindi le critiche dell’opposizione, compresa la richiesta di dimissioni, sono «infondate e pretestuose».
«Giudico inaccettabile - conclude il presidente lombardo - la speculazione in corso che mira a colpire l’esperienza politica che è alla guida del governo di Regione Lombardia. Un’esperienza che i dati - e non Roberto Formigoni - dicono essere la miglior esperienza di un governo regionale in Italia. Respingo perciò con forza al mittente tali tentativi di screditamento e rivendico la positività dei risultati di questi anni che i cittadini lombardi hanno per quattro volte riconosciuto e sostenuto».
Non solo, la Regione Lombardia si erge anche a capofila nella lotta alla criminalità «anche se occorre riconoscere che anche il sistema più rigoroso di controlli, da solo non basta, non si sorveglia mai abbastanza».
Solo nella parte finale del suo intervento in aula, Formigoni concede il beneficio del dubbio al suo ex assessore: «Ribadisco un principio in cui credo fermamente: quello della presunzione di innocenza. Non condivido i processi popolari fatti prima del tempo. Siamo in un ordinamento democratico, lasciamo che la magistratura proceda con tutta la libertà e la responsabilità e arrivi al più presto a stabilire le eventuali colpevolezze».

Ma l’Idv non si lascia convincere e attacca: ««A prescindere dalle responsabilità giudiziarie, che saranno appurate dalla magistratura - spiega il capogruppo Stefano Zamponi - Formigoni ha una grave responsabilità politica: quella di non aver voluto o saputo impedire che la corruzione dilagasse in Regione Lombardia. E non mi riferisco solo ai recenti fatti ma anche al caso Prosperini, altro ex assessore della sua giunta».

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