Gianandrea Zagato
da Milano
Accertamenti sulla validità di quelle delibere della giunta provinciale di Milano che sostiene la necessità di spendere 238 milioni di euro per acquistare il 15 per cento dellautostrada Serravalle dal gruppo Gavio.
Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia apre un fascicolo dopo che la Casa delle libertà «denuncia» il presidente della Provincia, Filippo Penati, per «aver posto a rischio il patrimonio dellente, con negoziazioni non previste dallordinamento particolare dellente, dalle regole sulla contabilità pubblica e dai bilanci previsionali deliberati dal consiglio provinciale». Contestazione formulata in ventotto pagine dove si chiede «lannullamento delle delibere della giunta provinciale nn. 588 e 589 del 29 luglio 2005 e, per consequenzialità, delle delibere adottate dalla società partecipata Asam (già Asa) nonché, per effetto caducante, la costituzione del pegno azionario a favore di Banca Intesa».
Ora i giudici amministrativi dovranno esaminare se liter seguito dalla giunta di centrosinistra «sfugge alle regole sulle competenze ed esautora i compiti che lordinamento affida al consiglio provinciale», come lamentato da Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc. Come dire: per avallare un atto non certo di ordinaria amministrazione, secondo la denuncia, lamministrazione di centrosinistra avrebbe dovuto passare attraverso il voto del consiglio, mentre loperazione è stata decisa solo in seno alla giunta, «se così non fosse non capiremmo lattribuzione al consiglio della funzione di controllo sullattuazione delle previsioni programmatiche e di indirizzo». Scelta operativa «spregiudicata e dannosa» tanto che a comprare quel 15 per cento di Serravalle da Marcellino Gavio, grazie a una linea di credito aperta presso Banca Intesa, non è stata direttamente la Provincia bensì una partecipata, lAsa, che si è sempre occupata di distribuzione idrica e che, nel giro di ventiquattrore, Penati trasforma in azienda per la mobilità. Presunte illegittimità che saccompagnano quindi a stranezze. Nellattesa della risposta alla «vertenza», come tecnicamente si definisce, il Tar è stato invitato «a procedere alla sospensione dei provvedimenti» che il diessino Penati fa sapere di aver preso «per salvaguardare linteresse pubblico in modo innovativo e non statalista e per rilanciare gli investimenti».
Ma per i consiglieri provinciali dopposizione e il Comune di Milano loperazione Serravalle non ha un senso economico perché la maggioranza delle azioni della società era già controllata dagli enti locali grazie al patto di sindacato tra Comune (proprietario del 18,6 per cento della società autostradale) e Provincia (azionista al 36,7 per cento ante-blitz Gavio). Sforzo economico del tutto inutile trasformato in un oneroso esborso di milioni di euro da parte dei contribuenti: ma di questo se ne occupa già la Corte dei conti.
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