Nella magica atmosfera del Concorso dEleganza di Villa dEste, che si è svolto due settimane fa a Cernobbio, una regina dellautomobilismo mondiale ha celebrato i suoi trentanni: la Bmw M1 firmata nel 1978 da Giogetto Giugiaro, prima creatura generata dalla divisione Motorsport di Bmw che firma tuttora con linconfondibile M tutti i modelli al top della Casa di Monaco. In onore di quella prima M e per ricordare anche la Bmw Turbo di Paul Bracq, concept car avveniristica e rivoluzionaria a motor centrale, a Cernobbio è stato svelato in esclusiva lo studio Bmw M1 Hommage, il più recente esempio di come i designer di Bmw Group riescano a fondere tradizione e futuro.
Così come la M1 è stata una supersportiva carica di passione, così la Bmw Turbo di Bracq, che lha preceduta, ha messo in risalto soluzioni tecniche innovative espresse attraverso un design emozionante. I valori intrinseci delle due vetture li ritroviamo nella Hommage, che utilizza elementi già noti del repertorio progettuale Bmw, li interpreta e li colloca in un nuovo contesto. Nella definizione delle sue linee, nella inconfondibile tipica tinta «liquid orange», confluiscono tradizione e modernità, per un risultato che lascia intendere sotto al «nuovo» i capisaldi della progettazione Bmw. Tipiche sono le proporzioni che si richiamano alla M1, ma sullHommage vengono coniugate secondo uno schema che entusiasma e trasmette lemozione che si prova di fronte al mito che si rigenera. Grazie al lungo cofano, al passaggio ben definito del montante e alla grafica allungata del finestrino laterale con lo storico gomito, è impossibile non notare il Dna Bmw. Sconfina nella critica darte la valutazione delle superfici della Hommage, frutto di una modellazione che richiede lunga esperienza e tanta perizia artigianale ai massimi livelli, che fondendosi con la tecnologia avanzata riesce a produrre quelleffetto culturale globale che rende unica ogni Bmw. Temi come laerodinamica, la conduzione dellaria di raffreddamento e la sicurezza sono sviluppati per conferire sostanza allo studio M1 Hommage, come i due reni della calandra disegnati sia per ottimizzare il convogliamento dellaria nel complesso sistema di raffreddamento del motore centrale, sia per la protezione perché costituiscono la parte anteriore di una solida «crash-box» analoga a quella delle monoposto Bmw di Formula 1.
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