An e Udc: «Inattuabile» Fi: «Giusta provocazione»

da Roma

La riduzione delle tasse e la riscrittura di un nuovo Patto fiscale tra Stato e cittadini è l’obiettivo prioritario di Forza Italia. In questo senso la proposta di sciopero fiscale da parte del leader della Lega, Umberto Bossi, va considerata per quello che è: una provocazione che vuole mettere in luce l’iniquità fiscale di questo governo. È l’azzurro Francesco Giro, consigliere politico del coordinatore nazionale Sandro Bondi, a chiarire la posizione di Forza Italia sulla questione tasse. «Il punto per noi irrinunciabile è la riscrittura di un nuovo Patto fiscale fra lo Stato e gli italiani. Quello oggi in vigore è ingiusto e centralista, deterministico e brutale - dice Giro -. Per questo noi chiediamo che il Patto fiscale sia riscritto e in tale direzione si era mosso il governo di centrodestra quando approvò la sua riforma fiscale». Giro considera quella di Bossi «una provocazione che ha fatto emergere la diversità fra la sinistra e il centrodestra, una diversità organica e non di poco conto, fra chi crede in uno Stato padrone e chi in uno Stato liberale». E pure Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore azzurro, invoca «una intesa della Cdl per far cadere il governo Prodi», senza offrirgli «né alibi né tregue».
Alleanza nazionale invece prende molto sul serio la provocazione di Bossi e la boccia. «La proposta di Bossi è inattuabile nella pratica ed è irricevibile come semplice slogan. Che senso ha pagare le tasse alle Regioni anziché allo Stato? C’è qualche vantaggio a dare i nostri soldi ai vari Loiero, a Bassolino o alla Bresso?», si chiede Gianni Alemanno. Secondo l’ex ministro «slogan di questo genere danneggiano il centrodestra, che non ha bisogno di lanciare proposte estremiste per rafforzare un’opposizione al governo Prodi già largamente diffusa in tutta la società». Il capogruppo al Senato di An, Altero Matteoli, pensa che le parole del senatùr siano state fraintese: «Non posso pensare che Bossi abbia veramente detto “facciamo lo sciopero fiscale” - osserva -. La politica si fa in altri modi, non con la rivolta delle tasse». Il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione rigetta la proposta definendola «una follia» e rifiutando di prenderla sul serio.


Sempre dall’Udc l’ex ministro Carlo Giovanardi ammonisce Bossi: «Chi di sciopero ferisce, di sciopero perisce. Visto che tra non molto il centrodestra avrà nuovamente la responsabilità di guidare il Paese è bene che Bossi mediti, prima di lanciare certe proposte».

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