Mondo

E La Ue estirpa il cancro del caro gas grazie a un oncologo torinese

Approvata la direttiva-gas che fa parte del pacchetto energia. Manca solo un nuovo sì dell'Europarlamento a fine mese e dal 2011 gli europei pagheranno meno e non dovranno più fare i conti col rischio di black-out, oltre ad ottenere contatori intelligenti creati dall'Enel

Estirpare il caro gas in Europa e, assieme ad esso, anche i rischi di black-out decisi arbitrariamente dai produttori? Sì, si può. E deve a questo punto meravigliare poco che chi è stato chiamato a farlo, è un oncologo di chiara fama: il professor Antonio Mussa, chirurgo alle Molinette. Il quale, fatto ingresso al Parlamento Europeo in sostituzione di Romano La Russa (che ha preferito un posto da assessore regionale in Lombardia) nel novembre scorso, ci ha messo solo 4 mesi a venire a capo del problema e arrivare al sì della presidenza ceka che, dopo un nuovo passaggio nell'Europarlamento dove pare scontata l'approvqazione, potrà fare in modo che la nuova "direttiva gas" possa vedere la luce sin dal 2010, permettendo nell'ordine, una volta arrivata al traguardo: 1) una riduzione della spesa di approvvigionamento per i cittadini; 2) la possibilità di controllare con chiarezza il proprio consumo; 3) e quella non meno importante di poter cambiare gestione.
UN MALLOPPO - Ma andiamo con ordine. Mussa torna all'Europarlamento (ci era stato la scorsa legislatura) solo pochi mesi prima della sua chiusura. E appena arrivato trova una sorpresina: un malloppo a prima vista indigesto che riguarda il cosiddetto "terzo pacchetto energia" e, più in particolare, la direttiva-gas che deve mettere ordine tra produttori, distributori, reti e quant'altro riguarda l'importazione dai paesi ex-sovietici di una importantissima fonte d'energia. "Non capisco granchè di quel che mi mettono sotto gli occhi - racconta ora l'oncologo - ma cerco di applicarmi. Mi consulto con esperti del settore, scavo tra terminologie fin lì a me sconosciute, faccio riunioni con altri relatori del pacchetto energia… fin che mi rendo conto che la questione è grossa. Tant'è che, incontrato Fini e facendogli presente che la cosa scotta anche per via degli interessi Gazprom e dei continui battibecchi Russia-Ucraina, lui mi esorta ad andare avanti".
E Mussa marcia. Sente authority e ministri, non solo in Italia. Consulta esperti del ramo e si convince sempre più che è necessario "svincolare i cittadini europei" dal monopolio in cui di fatto agiscono poche nazioni. Così, seguendo i dettami della direttiva, va giù duro nel proporre la separazione netta tra produttori e trasportatori. In sostanza, chi detiene giacimenti non può essere proprietario delle reti di trasporto (e cioè dei gasdotti), almeno nella Ue. Qualcuno nicchia: i tedeschi ad esempio che proprio con Gazprom - grazie all'impegno di Schroeder che poi finisce nel vertice della società russo-tedesca creata per il famoso gasdotto sottomarino nel Baltico - fanno affari, non paiono granchè interessati alla questione, per non esser maliziosi. Anche Praga, che guida la Ue nel primo semestre di questo 2009, appare tentata dal traguardo annunciato, forse perché anche in questo caso ci sono i rapporti con Mosca che prevalgono su altre questioni.
LA MINACCIA - Sembra che il lavoro di Mussa possa finire in un cul-de-sac, e a quel punto lui fa sapere che se si troverà ancora davanti a ostacoli non troppo chiari, non gli rimarrà che convocare una conferenza stampa per far sapere che qualcuno è poco interessato non soltanto ad una fonte di energia pulita, ma anche sottocosto per gli europei. "Farò nomi e cognomi", manda a dire. Sia stato il timore di qualcuno di trovarsi sovraesposto rispetto alle critiche annunciate da Mussa o il fatto che da più parti ormai si preme per arrivare all'approdo, fatto sta che la presidenza ceka cede. E un mese fa in un incontro tecnico di vertice (chiamato "trilogia" perché ne facevano parte i rappresentati dei governi, della commissione e dell'europarlamento) ecco che la direttiva viene approvata. Vi si prevede la liberalizzazione del trasporto (tanto che sarà possibile andare ad acquisire il gas in forma liquefatta con le betoniere in ˜˜˜˜˜˜no rispetto allo stesso gas che passava per le tubazioni russe di Gazprom); la creazione di una società europea di gestione delle reti (in cui i paesi terzi possono entrare ma a condizione che si adattino alle regole Ue); che nei 27 paesi soci vengano adottati entro 10 anni i cosiddetti "contatori intelligenti" per l'utenza (che, detto per inciso, sono prodotti dall'Enel….); che sia creata una forma di sorveglianza per rigassificatori e stoccaggi; e che infine siano costruiti sistemi detti "chiusi" di distribuzione per locazioni altamente sensibili (aeroporti, ospedali e così via) in modo che per loro sia quantomeno possibile evitare momenti di criticità che dovessero malauguratamente aver luogo.
LE GARANZIE - Oltre a tutto ciò, la direttiva gas prevede che i contratti debbano esser stipulati a lungo termine, in modo che l'altalena dei mercati non possa influire più di tanto nell'approvvigionamento. "In sostanza - spiega Mussa - abbiamo contribuito a costruire un sistema che ci permetterà di traghettare senza problemi l'Europa, e in primo luogo l'Italia, dal 2011, anno di introduzione del pacchetto, almeno fino al 2020 e cioè quando da noi potrebbe entrare nelle reti energia prodotta con il nucleare, come da programmi. E con la certezza che sarà davvero difficile se non impossibile chiudere i rubinetti come si è temuto dopo l'arroventarsi delle cose tra Russia e Georgia o come è accaduto per via del dissidio tra Mosca e Kiev. Più che soddisfatto insomma il chirurgo torinese che, quando si tra trovato in eredità quel corposo pacchetto si era messo le mani nei capelli temendo di non essere in grado nemmeno di comprenderne la portata. "Come ho fatto? Sa, nella mia attività medica faccio ricerca, studio, comparo…. E così ho pensato di procedere allo stesso modo. Ho parlato, approfondito, discusso. Certo, fatica ne ho fatta, ma alla fine al traguardo ci sono arrivato, superando anche il trilogo che mi era sembrato lo scoglio più difficile da doppiare. Che tattica ho usato? Ho pensato di trovarmi ad un congresso medico, quelli in cui si spiega pazientemente ai presenti come si interviene. E loro sono stati ad ascoltarmi.

Per fortuna".

Commenti