«Altro che scissioni, correnti o “virus distruttivi”: questo è l’ultimo tentativo per evitare che il Pd e il suo progetto implodano definitivamente», ripete Walter Veltroni in queste ore a chi lo accusa di aver riaperto la guerra interna. Al di là delle intenzioni, però, il varo del documento su cui i veltroniani stanno raccogliendo le firme dei parlamentari e che chiede al Pd di «ritrovare la bussola» e lancia un «Movimento» per recuperare lo «spirito del Lingotto», ha avuto l’impatto di uno tsunami. Nonostante la crisi profonda della maggioranza di governo, il Pd ha il fiato corto, precipita nei sondaggi e il malessere interno cresce: il momento giusto per tornare in campo e sparigliare. Veltroni affonda: l’unica linea di Bersani e D’Alema, spiega «era l’alleanza con l’Udc», ma Casini invece si sta alleando con Fini, «che si dichiara onestamente di destra e col quale dunque non possiamo metterci». Ergo, bisogna cambiare linea: «E D’Alema, che è un uomo intelligente, l’ ha capito», infierisce con perfida soavità. «La linea c’è e Bersani l’ha spiegata con forza», si limita a difendersi D’Alema. Ma nel Pd scoppia il caos, e volano parole pesanti: quella di Veltroni viene bollata come «iniziativa opaca», «distruttiva», che rischia di «fare un regalo a Berlusconi». Veltroni tira dritto, fa un forum su «Repubblica.it» (dimostrando che il suo feeling col giornalone è tornato) e sposa la tesi del «papa straniero» di Ezio Mauro: ci vuole un candidato premier «che venga dall’esterno, come fu Prodi». Vendola, Saviano, Mauro medesimo? Si vedrà. Di certo non Bersani, che naturalmente si secca non poco: «Uscita poco simpatica e impropria».
La conta sul documento prosegue assidua. Il primo obiettivo, un po’ di nicchia, è dimostrare - prima della riunione di Alleanza democratica che precederà quella della Direzione Pd - che la maggioranza dei parlamentari della ex minoranza interna sta con loro, e non col capogruppo Franceschini. Che nel frattempo è passato, con Fassino, in maggioranza con Bersani. Per entrare ancor più nel dettaglio dei sotto-insiemi Pd, Fioroni (un tempo super-critico di Veltroni ma oggi suo fervido alleato) ha l’urgenza di aggiudicarsi la maggioranza degli ex Ppi. Li ha convocati a cena, mercoledì sera, e ieri mattina ha annunciato trionfale di averne acchiappati «oltre 30» su 70. «Falso», tuonano gli ex Ppi nemici: «Sono molti meno», giura Castagnetti.
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