Ebrei italiani a congresso per il nuovo presidente

Domani la visita di Prodi, martedì si insediano i grandi elettori

da Roma

Si apre oggi a Roma il congresso dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia (Ucei), che dovrà scegliere il nome del nuovo presidente. Ma il congresso sarà anche un’occasione di confronto con il nuovo governo. Domani ci sarà la visita del premier Romano Prodi e del segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, leader di un partito con cui la comunità ebraica ultimamente ha avuto particolari attriti. Alcune posizioni isolate su Hamas, ma soprattutto una vignetta sull’Olocausto pubblicata da Liberazione, sono state viste con ostilità dal mondo ebraico italiano.
I delegati dei 30mila ebrei italiani, i 90 «grandi elettori», dovranno decidere se confermare alla presidenza Claudio Morpurgo (centrodestra), subentrato a Amos Luzzatto (centrosinistra) pochi mesi fa.
La nomina non avverrà prima di due giorni. Martedì pomeriggio verrà eletto il nuovo Consiglio dell’Ucei. Quest’ultimo, forse il giorno stesso, troverà un nome che occuperà per i prossimi quattro anni la prima poltrona dell’ebraismo italiano. La scelta del presidente si intreccerà con le questioni aperte degli ebrei italiani: i rapporti con Israele e con il mondo politico italiano; la ripartizione delle quote dell’otto per mille destinate alla comunità ebraica; il ruolo dell’ebraismo riformato, che in Italia non è riconosciuta per statuto ma ha una sua vitale comunità ad esempio a Milano (nella sinagoga di Lev Chadash); e il ricambio generazionale dei quadri dirigenziali della comunità.
Anche per questo la scelta si presenta piena di incognite. Tanto più che alle elezioni del 29 maggio dalle urne uscì un quadro composito: la prevalenza dei voti andarono alla formazione tradizionalista (Per Israele), le liste progressiste retrocessero, con una buona performance della lista Insieme-Per i giovani a Roma. Pochi voti, invece, per Ha-Keillot, la lista di centrosinistra, negli altri due collegi, a Milano-Mantova. La formazione centrista di Kadima (il nome è mutuato dal partito al governo in Israele) ottenne poche preferenze.
È difficile, dunque, prevedere chi sarà il prossimo presidente degli ebrei italiani. Oltre al nome di Morpurgo, avvocato milanese trentasettenne, nei giorni scorsi è circolato, sempre da Milano, il nome di Coby Benatoff (Per Israele). Non è escluso, però, che i consensi convergano su un candidato romano.

A questo si aggiunge un altro elemento: le piccole comunità (Ancona, Bologna, Casale Monferrato, Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Merano, Modena, Padova, Parma, Pisa, Torino, Trieste, Venezia, Vercelli, Verona) possono scegliere un atteggiamento più pragmatico, coalizzarsi e diventare il vero ago della bilancia, con un monte-voti di 32 delegati. Non è escluso, allora, che nel consiglio arrivino delle sorprese.

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