Ecclestone: «Bye bye formula 1» Barrichello: «La gara più triste»

Jacques Villeneuve: «Con quello che è accaduto la F1 negli Usa è morta»

nostro inviato a Indianapolis

Gomme, motori, telai, norme, regolamenti, lettere, contro lettere, riunioni, meeting, dichiarazioni. Ma prima, e dopo, e su tutto, il confronto fra un uomo e altri uomini. Un uomo che ha perso, e gli altri che, a loro modo hanno vinto. A loro modo, però.
Per la prima volta da quando gestisce il grande Circus della F1, mister Bernie Ecclestone, il supremo delle corse, come lo chiamano, o come forse lo chiamavano fino a ieri gli inglesi, ha perso. «Io ci ho provato» dice pallido in viso un attimo dopo che le monoposto sono scattate e con loro è scattata la farsa, «ci ho provato ma non c’è stato nulla da fare. La decisione spettava solo ai piloti. Certo che ora vedo male il futuro della F1 e della Michelin». Dopo di che si è chiuso in un religioso silenzio. Quando ancora mancava un’ora al via, il Supremo aveva tentato il tutto per tutto, andando da Briatore per convincerlo a «fare almeno cinque giri, giusto per salvare lo spettacolo». Al no del manager Renault, Ecclestone si era girato, allontanandosi e puntandogli l’indice contro: «Così è la fine, bye bye formula uno». Quindi aveva fatto capolino nel box Toyota e poi Jordan e poi Bar e poi lo stesso Briatore si era accodato e poi tutti si erano riuniti per l’ultimo tentativo di salvare il Gp e la faccia. Niente.
Se il Supremo delle corse è l’uomo perdente di questo week end americano, il vincitore vero è Jean Todt, rimasto irremovibile e inattaccabile nelle posizioni a norma di regolamento. Durante la gara, il box Ferrari ha ribadito: «È un peccato per il pubblico, ma le colpe non sono della Fia o della Bridgestone che continua a fare gomme sicure». Il mezzo vincitore è invece Briatore. Perché puntando i piedi e dimostrandosi irremovibile sulle posizioni Michelin («se ci dicono che sono gomme sicure corriamo, altrimenti no»), non ha disputato il Gp e grazie al carisma ha, forse, contribuito a portare dalla sua anche gli altri team, persino la McLaren-Mercedes del non amatissimo Ron Dennis. E tra i piloti: «Dopo una figura simile, la F1 in America è morta» - ha sentenziato Jacques Villeneuve - volevamo correre con una chicane, ma una squadra non ha voluto». Barrichello è amareggiato: «Provo un’infinita tristezza. Non ho altre parole se non questa».

E Trulli, che partiva dalla pole: «Il pubblico americano capirà: d’altra parte, le loro serie, la Nascar e la Irl, non si disputano se piove. Per cui, noi non corriamo se le gomme non sono sicure. È un pubblico maturo, capirà». È presto per dirlo.

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