Ecco gli ambientalisti «di destra» che dicono sì alle centrali nucleari

RomaStriscioni ambientalisti sventoleranno stamattina davanti alla fontana di Trevi. È il massimo della visibilità, la vetrina di Roma, ma qui non c’entra Greenpeace, e nemmeno i comitati No-Tav, né i Verdi, per la verità un po’ pallidi ultimamente. Questo è un nuovo ambientalismo che scende in piazza: nuovo e, se vogliamo «di destra», anche se il presidente dell’associazione Fare Ambiente, Vincenzo Pepe, chiarisce che l’ambientalismo non è affare «né di destra né di sinistra».
È un movimento «verde» che dice sì al nucleare. Il controsenso è solo apparente, perché il modello, il mito di questo gruppo che in quattro anni ha raggiunto i 100mila iscritti, è il punto di riferimento della sinistra mondiale, Barack Obama. We can say yes, parafrasando proprio il celebre yes we can, sarà lo slogan della manifestazione di oggi a favore del nucleare, che proseguirà con un convegno, all’Hotel nazionale di piazza Montecitorio, per poi spostarsi in altre città, in luoghi simbolo, come il Duomo a Milano, toccando anche Venezia e Palermo. Sarà una campagna di sensibilizzazione per «cittadini e amministratori» contro un ambientalismo «sessantottino, demagogico», spiega Pepe, professore di diritto dell’ambiente alla seconda università di Napoli. Un ambientalismo ideologico che «non è stato in grado di offrire in vent’anni un alternativa al nucleare», basti pensare che il sistema eolico rappresenta solo l’«uno per cento» del totale delle fonti energetiche del Paese. Un ambientalismo che ha creato «incrostazioni» nei mass media. L’opinione pubblica, in effetti, non sembra essersi accorta sinora di questo movimento neo-verde, partito da un manifesto firmato da cento professori, e che ora ha aperto sedi in tutta Italia. Il Paese ha bisogno del nucleare «per motivi scientifici», spiegherà oggi il professor Pepe, insieme ad alcuni scienziati di fama come il professor Franco Battaglia. Si parlerà dei morti paragonabili a quelli «di una guerra» causati dalle polveri degli idrocarburi: 5mila vittime l’anno. E non tutti i partecipanti al convegno, garantisce Pepe, sono segnati politicamente, anzi: «Tutti i partiti dovrebbero occuparsi di ambiente, perché è qualità della vita».
Da qui l’obbligo di un’informazione corretta: per raccontare, ad esempio, come «sul risparmio energetico», in questi anni, «nessuna regione ha fatto niente». Un nuovo ambientalismo «più maturo ed europeo», per un’energia «alternativa e sicura» non è quindi una battaglia solo per il nucleare, ma per un cambio di mentalità.

«Le stesse parole - spiega Pepe - le avevamo dette a un’iniziativa del 2007, durante il governo Prodi, a cui presero parte Bondi, Casini e Urso». Ma allora gli iscritti erano molti di meno e nessuno di loro fu ricevuto: «Oggi invece incontreremo Gianni Letta a palazzo Chigi».

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