Ecco le aziende che non hanno mai smesso di crescere

ANTICICLICHE Come le alimentari, da Parmacotto al Pastificio Garofalo, o la farmaceutica Recordati

La crisi c’è, nessuno può affermare il contrario. Produzione e consumi sono calati, la fiducia degli imprenditori e del pubblico ha subito delle scosse formidabili. Eppure, non si può fare, come spesso si è indotti, di tutta l’erba un fascio. In molti casi, nei bilanci del 2008, fatturato e utili sono calati, ma raramente si è assistito a voragini di perdite; in altre parole, molte imprese hanno continuato a guadagnare, anche se meno del passato. Nei primi mesi del 2009, poi, il momento difficile di molte aziende viene controbilanciato dalla crescita di molte altre. Come spesso accade, i fatti positivi vengono offuscati da quelli negativi. Eppure, sono numerosi e trasversali: vanno bene le aziende di settori anticiclici (per esempio l’alimentare o il farmaceutico), oppure quelle che hanno saputo ristrutturarsi prima della crisi e che si sono trovate pronte agli scossoni; oppure ancora quelle fortemente innovative, che hanno «bucato» il mercato nonostante tutto. Altre, confermando solidità e fiducia, si sono lanciate in acquisizioni all’estero (Fiat docet, ma non è di essa che parleremo). Imprese grandi e piccole, quotate e non quotate, familiari e non. C’è insomma, un’Italia che produce e che cresce, più o meno in sordina, giocando le carte dell’innovazione e delle strategie di mercato.
Un caso tipico da made in Italy è Parmacotto, l’azienda fondata da Marco Rosi, la cui crescita continua ininterrottamente da anni: il fatturato tra il 2007 e il 2008 è passato da 137 a 146 milioni, mentre nel settembre dello scorso anno, a crisi economica già esplosa, ha aperto il suo primo locale a New York. Nei 17 Paesi esteri in cui opera, l’incremento di vendite è del 30%. Sempre un altro «food» italianissimo come la pasta porta il Pastificio Garofalo, di cui è titolare e ad Massimo Menna, in alto: Garofalo è una griffe degli spaghetti, qui e all’estero, e ha registrato un incremento del 51% di ricavi a fine 2008. Non solo per i rincari del settore, che hanno inciso parzialmente, ma soprattutto per la scelta di rivolgersi al mercato con prodotti a sempre maggior valore aggiunto. Un caso esemplare di innovazione è Yoox, azienda giovanissima che vende via Internet abbigliamento firmato: nel 2008 ha spedito 1,7 milioni di capi in 53 Paesi e ha fatturato 101 milioni di euro (più 48% sul 2007), con un utile operativo di 9,2 milioni, doppio rispetto all’esercizio precedente. Il (geniale) fondatore e ad, Federico Marchetti, commenta: «Internet sembra immune dalla recessione e stiamo aiutando i superbrand del made in Italy a scoprire questo nuovo mondo». Nello stesso settore, a gonfie vele anche le vendite di uno storico gruppo familiare come Miroglio, un miliardo di ricavi nel 2008: il dato più recente (primo trimestre) indica l’incremento del 7% delle vendite retail, che si confrontano con il 4% di incremento del settore. In crescita anche i conti di una delle multinazionali italiane più presenti nel mondo, la Perfetti van Melle, che nel 2008 ha visto crescere dell’8% (fino a sfiorare quota 2 miliardi) il fatturato di caramelle e gomme da masticare.
Nel farmaceutico il gruppo Recordati ha visto crescere i ricavi (+8,2%) e l’utile netto (+9,3%) anche nel primo trimestre del 2009. Nel 2008 l’utile netto è stato di 100 milioni su 689 di ricavi. Il presidente, Giovanni Recordati, ha firmato l’acquisto della ceca Herbacos-Bofarma (un investimento di 19 milioni finanziato con liquidità in cassa) che conferma l’interesse del gruppo per i mercati del Centro-Est Europa. Sempre nel settore farmaceutico, che per sua natura è anticiclico e risponde quindi meglio ai momenti di contrazione dei consumi, il gruppo Chiesi la settimana scorsa ha acquisito il controllo di una società Usa, quotata al Nasdaq, la Cornerstone Therapeutics, per un investimento nell’ordine dei 70 milioni di dollari. Lo scopo è di commercializzare i propri prodotti di punta negli Stati Uniti. Chiesi nel 2008 ha fatturato 749 milioni di euro (+14% sul 2007). Negli Stati Uniti, poche settimane fa, ha effettuato un’importante acquisizione anche il gruppo Campari, che ha investito 575 milioni di dollari per far entrare il celebre bourbon Wild Turkey nel suo portafoglio prodotti.
Anche un nome storico e ovattato dell’industria italiana come quello della piemontese Paglieri - società antica e familiare, celebre per il marchio Felce Azzurra, vera nicchia nel mercato del largo consumo - batte la crisi: il fatturato 2008 è stato di 90 milioni di euro, in crescita del 7% sul 2007, con un risultato operativo del 6%: nel primo trimestre gli ordini di vendita sono in crescita del 9%.
Tra gennaio e marzo si sono vissuti i momenti più difficili dal punto di vista congiunturale. Eppure molte aziende hanno sfoderato gli artigli e registrato numeri brillanti. Dati trimestrali in crescita per la telefonica Fastweb (+14% a 444,3 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), con una crescita dell’8% anche del margine operativo lordo e un risultato netto di 2,3 milioni (contro la perdita di 11 dello scorso anno).

Anche le grandi e storiche aziende meccaniche italiane sembrano sfidare la crisi in maniera vincente: l’utile netto trimestrale della ferroviaria Ansaldo Sts è cresciuto quasi del 50%, in linea con il risultato di un altro colosso italiano che si fa onore nel mondo, Finmeccanica: anche questa, a fronte di ricavi cresciuti del 34%, ha registrato utili del 50%. Grazie agli ordini dall’estero, ottimi i conti del maggior gruppo italiano di grandi opere, Impregilo: utile netto +43% e un portafoglio ordini salito a 19 miliardi.

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