Roma

Ecco Billy Cobham il «virtuoso» del ritmo

Lo straordinario musicista jazz salirà questa sera sul palco del club La Palma con il suo quartetto

Ecco Billy Cobham il «virtuoso» del ritmo

Simone Mercurio

Con il suo «matchless», e il suo stile abbagliante e ambidestro, il batterista Billy Cobham è uno dei pochi artisti cui sia stato riconosciuto il World Class Master per una carriera durante la quale si è dedicato con la stessa intensa passione ad innumerevoli collaborazioni. Questa sera Cobham sarà (ore 22) al Fandango Jazz Festival del La Palma Club di via Mirri a Portonaccio, per un concerto con il suo quartetto delle meraviglie composto con Frank Gambale alla chitarra, Tom Coster alle tastiere e Rick Fierabracci al basso elettrico.
Nato a Panama nel 1944, circondato da una famiglia di talento, Cobham deve il suo amore per la batteria a un cugino, che suonava e costruiva steel drums e conga e che lo avvicinò da molto piccolo allo strumento incoraggiandolo a suonare i timbales.
Nella sua carriera lunga trent’anni, il batterista panamense si è esibito al fianco dei più grandi e illuminati jazzisti oltre ad altri nomi altisonanti della musica mondiale.
Da George Duke a John Scofield, da Oscar Peterson a Count Basie da George Benson a Peter Gabriel con il quale, tra gli altri progetti, ha inciso Passion per la colonna sonora del film L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese.
«Amo sperimentare nuovi generi e viaggiare per il mondo a caccia di ritmi e sonorità - ha dichiarato l’artista - considero la musica un linguaggio universale e un interessante mezzo di comunicazione tra i popoli. La diversità degli stili che ho affrontato non dipende dai molti e vari incontri che ho fatto durante la mia carriera».
Compositore e instancabile ricercatore, l’approccio di Cobham con la tecnologia è positivo e quanto mai naturale. «Fa parte del procedere del mondo - ha confermato - devi avere sempre le idee chiare sulla tua concezione del suono. Non ho mai subito il progresso, ne mai ho pensato di rimpiazzare lo strumento acustico. L’enigma più affascinante per me è quale strumento usare per descrivere al meglio il processo creativo».
Dal 1980 Billy Cobham divide il suo tempo tra New York, il Nord California e la casa di Zurigo, dove vive da quando ha deciso di trasferirsi in Europa, per il suo desiderio di confrontarsi con esperienze nuove ma anche perché il vecchio continente è, a suo avviso, più generoso con i musicisti. Con il suo ultimo progetto «The art of jazz series» (che si sviluppa in una serie di concerti che a partire dal trio giungeranno alla big band) Cobham ritorna alle radici più classiche del jazz, ma con qualcosa in più, una sorta di laboratorio «per me stesso e per gli altri» in grado di mostrare dall'interno come si sviluppa il lavoro di un musicista jazz.

Progetto, che è anche un sogno personale che sta prendendo forma: una biblioteca multimediale dove si legge, si ascolta e si suona.

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