La signora Ambani passa dal cantiere tutte le settimane. Controlla come procedono i lavori, fra decine di uomini con l’elmetto in testa e il rumore assordante delle gru. Fra sei mesi quelle impalcature si trasformeranno nel suo palazzo: 170 metri, 27 piani, un miliardo di dollari. La casa più costosa al mondo, in una delle metropoli più povere del pianeta, Mumbai.
Il monumento in vetro e cemento con cui il marito Mukesh Ambani celebra la sua ricchezza spropositata: solo quattro persone al mondo stanno meglio di lui, quanto a conto in banca. Forbes dice che il cinquantunenne Ambani vale 43 miliardi di dollari: un miliardo in più dell’odiato fratellino Anil (sesto in classifica) e tre in meno del conterraneo Lakshmi Mittal, il re dell’acciaio. «Un edificio al suo ego», l’ha definito un giornale locale. Il grattacielo vuol essere magnifico già nel nome, Antilia, isola mitica dell’Atlantico che, secondo le mappe del Cinquecento, si troverebbe vicino alle Azzorre. Gli architetti di Chicago Perkins & Will hanno aggiunto un tocco ulteriore di leggenda, ispirandosi ai giardini pensili di Babilonia.
E poi se lo scrittore Suketu Mehta ha definito la vecchia Bombay maximum city, città degli eccessi, ci sarà un motivo. La torre Antilia è pronta a svettare sulla collina di Malabar, uno dei quartieri più esclusivi. Lontano dai sei milioni di abitanti delle bidonville della megalopoli, vicinissimo al Banganga, una vasca enorme che, nella mitologia hindu, ricorda il luogo in cui Rama, assetato, scagliò una freccia nel terreno, facendo sgorgare una fontana. Una specie di piscina, che è anche la costruzione più antica della città. Lì intorno abitano miliardari, politici, attori di Bollywood, tutti attratti dal sapore elitario di quella collina da cui si domina Mumbai: appena cinquanta metri d’altezza che, però, nei secoli passati permettevano di avvistare da lontano i pirati del Kerala che arrivavano dalle coste di Malabar e ai quali il quartiere ha poi rubato il nome.
Dal tetto della loro casa gli Ambani potranno godersi un panorama unico su Bombay. Anzi, «una vista completa su tutto il mare Arabico», secondo i progetti del padrone di casa, svelati ieri dall’Independent. I proprietari - mamma, papà e tre figli - abiteranno gli ultimi quattro piani. Come tradizione comanda, un piano intero sarà riservato alla madre di Ambani. Il resto del grattacielo sarà occupato da una palestra, un cinema, una sala da ballo, due piani per gli ospiti, un giardino e altri tre piani a terrazza. I primi sei piani sono destinati a far da parcheggio per le 168 vetture di casa, il settimo è una sala di manutenzione e il nono un locale di emergenza, in caso di evacuazione. Ognuno dei 27 piani è diverso nel design e nei materiali: così ha voluto la signora Ambani, seguace del Vaastu, versione indiana del Feng shui.
Tanta perfezione e tanta ricchezza non sono passate inosservate. I vicini sono già preoccupati per il rumore dei tre elicotteri che potranno atterrare sul tetto, i quotidiani indiani criticano il dispendio di denaro in un paese dove milioni stentano a sopravvivere.
Qualcuno insinua che Ambani abbia ottenuto il terreno (che, fino al 2002, ospitava un orfanotrofio musulmano) con metodi poco ortodossi: tanto da fargli causa davanti all’Alta corte. Ma ad Ambani non importa: lui guarderà tutti dall’alto. Soprattutto chi si chiede se quei 27 piani non siano un po’ troppo spaziosi, per sole cinque persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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