Ecco chi ha cambiato bandiera in Parlamento

Ecco chi ha cambiato bandiera in Parlamento

(...) di partito - avrebbe dovuto garantire soldatini pronti ad obbedire ai capataz di partito, ligi alla disciplina di gruppo. Si è visto. Chi è causa del suo mal...
Va sempre di moda e va di moda anche in Liguria e dintorni. E, in modo che ogni elettore possa farsi un’idea precisa di chi ha votato (solitamente senza sapere che lo votava), facciamo una ricognizione fra i parlamentari delle nostre zone, allargandoci anche al Basso Piemonte, dove viene distribuito il Giornale di Genova e della Liguria. Ad esempio a Novi Ligure, una delle aree preferite da Maurizio Grassano, ex presidente del consiglio comunale di Alessandria, finito nei guai per una storia di rimborsi percepiti dal Comune per un lavoro privato che ha fatto la gioia dei magistrati che l’hanno processato e condannato in primo grado. Grassano era stato candidato dalla Lega, è subentrato a Roberto Cota diventato presidente del Piemonte, carica incompatibile con quella di deputato, e il Carroccio non l’ha mai voluto nel suo gruppo. Risultato: Grassano è stato iscritto d’ufficio nel gruppo misto, senza aderire a nessuna componente. Poi, è passato, sempre nel Misto, ai Liberal Democratici-MAIE, il gruppo dei mitici Tanoni e Melchiorre, capaci di passare anche più di una volta da una coalizione all’altra durante la legislatura, meglio di Tarzan delle Camere. Due vecchie conoscenze della Liguria, fra l’altro: Tanoni è stato eletto nella nostra regione nella scorsa legislatura dal centrosinistra in quota Dini e spiegò che riteneva normale che fosse stato candidato in Liguria, visto che amava il pesto; la Melchiorre l’abbiamo vista all’opera sul caso della bambina bielorussa Vika. Nonchè in fotografie che, prima dell’ultima ondata di giovani ragazze, ne facevano una delle più sexy parlamentari. Ma Grassano, non contento di essere partito dalla Lega, passato dal Misto-Misto e approdato al Misto-sexymelchiorrano, ha ora completato il suo percorso e, da qualche settimana, è un deputato dei Responsabili. Anzi, per dirla meglio, di «Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed autonomia, Popolari d’Italia domani-PID, Movimento di responsabilità nazionale-MRN, Azione popolare, Alleanza di Centro-ADC, La Discussione)». Gruppo con più nomi che aderenti.
Sempre alla Camera, Gabriella Mondello, già a fine luglio 2009, ha aderito all’Unione di Centro. E, nonostante fosse eletta sotto il simbolo «Berlusconi presidente» è passata fra gli oppositori di Berlusconi.
Mentre non rientra nei cambi di casacca ma, molto più semplicemente fa parte dei subentri all’interno dello stesso gruppo parlamentare, il tourbillon dei deputati del Carroccio: se Umberto Bossi ha subito optato per un’altra circoscrizione schiudendo le porte a Guido Bonino, la morte di Maurizio Balocchi ha permesso l’ingresso, il 16 febbraio dello scorso anno, di Edoardo Rixi. Ma Rixi è stato eletto anche in Regione, carica incompatibile con il Parlamento e - uno dei pochissimi casi in Italia - ha optato per la Regione Liguria, restando alla Camera meno di quattro mesi e lasciando spazio a Gian Carlo Di Vizia, deputato spezzino entrato a Montecitorio l’8 giugno. Uno che, se avete seguito questa storia di subentri e dimissioni, è come se avesse vinto alla lotteria.
A Palazzo Madama, invece, i liguri protagonisti sono due. Ma, anche in questo caso, non si accontentano di un solo passaggio e sembrano averci preso gusto. Di Enrico Musso sapete tutto: prima nel gruppo del Popolo della Libertà, poi nel Misto (Misto-Misto, senza aderire ad alcuna componente) e infine nel gruppo «Unione di Centro, SVP e Autonomie (Union Valdôtaine, MAIE, Io Sud, Movimento Repubblicani Europei)» che, però, nel frattempo, dopo l’ingresso di Enrico, ha cambiato nome e componenti, diventando «Unione di Centro, SVP e Autonomie (Union Valdôtaine, MAIE, Verso Nord, Movimento Repubblicani Europei)». Nome nuovo, ma senza alcun riconoscimento al Partito Liberale, che è la nuova bussola in cui si riconosce Musso che ha riportato il Pli in Parlamento, dopo l’addio di Paolo Guzzanti. Certo, il Pli in Parlamento non ce l’avevano portato gli elettori, nonostante fosse regolarmente sulle schede, ma è un particolare.
Stesso approdo, l’Udc e allegati (anche in questo caso il nome è più lungo degli aderenti) anche per Claudio Gustavino, eletto nel Partito Democratico, passato per il gruppo Misto di Palazzo Madama nella componente rutelliana di Alleanza per l’Italia e ora arrivato all’Udc eccetera eccetera che, ovviamente, ha appena cambiato nome anche nel suo caso.


Geniale, fra l’altro, un particolare nel cambio di denominazione: prima c’era Adriana Poli Bortone che rappresentava Io Sud, ora c’è Maurizio Fistarol che rappresenta Verso Nord.
Da Io Sud a Verso Nord, nello stesso gruppo. Segno, anche nominalistico, del fatto che la politica sta perdendo la bussola.

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