Ecco chi ha fatto entrare gli autonomi in piazza Duomo

In attesa della risposta del ministro degli Interni Roberto Maroni sui fatti di domenica in piazza Duomo, sembra di capire che parte delle responsabilità della gazzarra inscenata dal «Cantiere» vada cercata anche nel comportamento di Cgil e Anpi che troppo si sono fidati dei focosi «antifascisti». Mentre il sindaco Moratti annuncia che chiederà al questore Vincenzo Indolfi spiegazioni su quanto successo il 25 aprile ma anche il 12 dicembre.
Che domenica non sarebbe stata una giornata tranquilla era già nell’aria da tempo. La destra radicale ha annunciato manifestazioni, tornei di calcio e concerti, per i 35 anni dalla morte del missino Sergio Ramelli. Mettendo sul sentiero di guerra i centri sociali. Che dopo innumerevoli proclami, si sono presentati in piazza guidati dal furgone del centro sociale «Cantiere». Hanno cercato di prendere la testa del corteo, venendo alle mani con i militanti di «Emergency». Poi in via Palestro hanno cercato di infilarsi nella manifestazione ma sono stati bloccati dalla polizia. Spinte, tafferugli, manganellate poi gli stessi sindacalisti hanno tentato una mediazione. «Ci pensiamo noi a controllarli» avrebbe assicurato Roberto Giudici segretario della Fiom Cgil. Un attimo dopo si stavano già picchiando. Poi il corteo è filato via relativamente tranquillo. Con la polizia che cercava di rallentarne la marcia, per farli arrivare in Duomo a comizio terminato.
Espediente inutile, i «cantierini» sono arrivati al momento giusto in corso Vittorio Emanuele, dove sono stati bloccati dalla polizia. Ne è nato un pigia pigia e le Forze dell’ordine sembravano in grado di tenere l’assalto. E ancora una volta Giudici s’è fatto avanti gridando alla polizia «Ma siete impazziti? Così rovinate tutto, lasciateli passare che ci pensiamo noi a contenerli». La questura, anche per scongiurare il rischio di una furiosa carica in Duomo, stipato di decine di migliaia di persone, li ha lasciati passare. Come sia finita è noto: insulti per tutti, compresi partigiani ed ex internati nei lager nazisti, apostrofati al grido «fascisti, fascisti» nonché spruzzati di birra e vino.
Interpellato il giorno dopo, Giudici nega di essersi mai impegnato a tenere a bada i facinorosi. Anche se, pare, il suo nome risulti sulla relazione che i dirigenti di via Fatebenefratelli hanno inviato a Maroni. Diverso l’atteggiamento di Antonio Pizzinato, ex segretario generale della Cgil, ora presidente dell’Associazione partigiani della Lombardia, che ammette la «trattativa». Intervistato ieri a Radio popolare, ha raccontato delle sue trattative con i militanti del «Cantiere», del loro impegno per una contestazione civile e pacifica. E di come sia stato poi tradito. «Come il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana quando, dopo l’assalto al palco, insultarono i famigliari delle vittime» conclude con la voce strozzata dalle lacrime.


I tafferugli del 12 dicembre saranno ricordati anche dal sindaco Moratti che durante il prossimo comitato per l’ordine e la sicurezza, chiederà al questore Indolfi cosa non abbia funzionato quattro mesi fa, il 25 aprile ma anche nel corso dei tanti altri «25 aprile» che l’hanno preceduto.

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