Ecco chi rosica per il boom di Mr. Gomorra

È entrato in aula con quella faccia un po’ così, barba sfatta da guappo e piglio da tipo che piace tanto alle femmine. È arrivato da «primino» che ha saltato almeno un paio d’anni scolastici - pardon, mediatici -, si è seduto al suo banco in prima fila e ha cominciato a beccare voti altissimi dall’intero corpo docente della tv progressista. Roberto Saviano ha fatto il suo ingresso trionfale nella classe della sinistra anti-Cav e tutti i compagni gli hanno sorriso. Gli hanno battuto il cinque, gli hanno dato il benvenuto e l’avrebbero pure accolto nella squadra di calcetto. Poi però, in silenzio, si sono trovati tutti in bagno a complottare contro di lui e a sibilare sulla cialtroneria del «Nuovo Arrivato».
In questa via di mezzo tra un pollaio e una stoà che è il mare magnum dell’antiberlusconismo, la dinamica delle invidie da liceo non è peregrina. I 9.671.000 spettatori di Vieni via con me somigliano a un 10 e lode e - come in ogni classe - è facile individuare uno per uno i rosiconi che non l’hanno presa bene, in una specie di riedizione del Libro cuore: il Libro fegato amaro.
Il primo alunno a sbottare era stato il Casinista della classe. Quello che interrompe i prof coi rutti, quello che all’intervallo organizza la riffa delle merendine in corridoio: Beppe Grillo. Il comico ha spazzato via da sé Saviano, colpevole di eccessiva accondiscendenza con il maledetto preside Silvio: «Lancia accuse a destra e a manca senza fare nomi e con il suo spettacolo arricchisce la Endemol, che è di Berlusconi». Molle, zelante, bocciato.
Si dirà: povero Nuovo Arrivato, lui è civile ed educato, arriva dalle scuole Montessoriane della letteratura, troverà sponda tra gli studenti modello. Macché, neppure il Primo della classe, Marco Travaglio, vuole sedersi accanto al Nuovo Arrivato: «I suoi monologhi sono bellissimi ma scontati - si è lasciato sfuggire -. Qualunque giornalista che si fosse occupato di rifiuti avrebbe potuto farli, da lui mi aspettavo di più». Tradotto: io mi smazzo tomi di carte giudiziarie fin dall’asilo, ho perso diottrie su faldoni di Procura più ponderosi dei manuali di diritto romano, mi sono guadagnato i voti alti del popolo viola sfoderando compiti in classe - e in video - ricchi di sarcasmo, perfidia e dati; e questo arriva, mena il torrone sul pietismo italiano per un mesetto e a fine anno danno la menzione a lui? Retorico, superficiale, bocciato.
Allorché il consiglio di classe si pone delle domande. Come mai il ragazzo non si integra? Probabilmente ha un carattere forte e si scontra con chi è altrettanto istrione. Un gallo fra i galli non funziona, figuriamoci tra pavoni, tutti con la loro bella ruota di narcisismo mediatico. Eppure no, nemmeno questa giustificazione regge. Già, perché in fondo il Nuovo Arrivato non piace neppure al Secchione, quello timido e intelligente, che alza la mano e non la voce. Non lo vedrete nell’angolo della palestra a programmare sgambetti, ma se ne starà in biblioteca a ruminare gelosie. A Gad Lerner non va giù di non essere più il cocco dei maestri. Il suo Infedele, lunedì sera, ha chiuso con 523mila spettatori, con share da prefisso telefonico o quasi (1,83%). Il suo temino, prima letto a tutta la classe come esempio, ora è in fondo alla pila dei compiti da correggere. E Gad rosica pure lui per i «pesi massimi della cultura che battono il Grande Fratello» con ascolti da finale di Champions League. Come a dire, sulla tv di Stato è facile, il Nuovo Arrivato scenda nell’arena dei pesi mosca de La7. Sapientino, favorito, bocciato.
Inutile, Saviano dovrebbe cercare di farsi amico il Capoclasse. Quello che unisce profitto e carisma e tiene testa a bidelli, segretarie, supplenti fino al Provveditore agli studi (televisivi, ovvio) Masi: Michele Santoro. Ma neppure lui, ripetente di lungo corso, lo abbraccia: «Anche noi avevamo intenzione di creare qualcosa di nuovo, ma ci hanno ingessato le braccia. Però facciamo lo stesso buona boxe».

Come a dire: noi i 9 milioni non li abbiamo mai fatti perché voi avete nani, attori, ballerine e gli elenchini, noi i contraddittori con i primi piani di Di Pietro e Belpietro. Parvenu, facilone, bocciato.
E l’accenno alla boxe prendilo come un avvertimento...

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