«Ecco come conquistare il Municipio»

A certificare che la giunta comunale è all’ultimo stadio ci pensa l’assessore allo Sport Stefano Anzalone, che finora sul progetto della Colisa era rimasto in disparte lasciando le brutte figure agli altri. Dopo aver detto che al Ferraris non ci si potrà mai più giocare per gare internazionali di qualsiasi tipo ma solo di campionato, se ne esce con l’ipotesi che «la Sampdoria decida di realizzare il nuovo impianto, mentre il Grifone, per tutelare la storia della squadra, possa decidere di acquistare Marassi». Che non è proprio una battuta felicissima e suona come un augurio di risultati poco esaltanti per i rossoblù. Soprattutto visto il precedente dei seggiolini a norma Uefa che Tursi aveva spiegato di non aver acquistato subito, preferendo aspettare la certezza di una qualificazione del Genoa.
La gaffe dell’assessore Anzalone arriva al termine di alcune giornate disastrose per la sindaco, che ieri le ha aggravate con una serie di affermazioni al limite del tollerabile. Dal momento in cui ha lanciato l’aut aut alle società sull’area della Colisa, Marta Vincenzi ha incassato solo una serie di smentite e secche opposizioni ai suoi piani. A partire dalla ricostruzione fatta dal Giornale circa le necessità dello stadio Ferraris che può essere ristrutturato e messo a norma per le competizioni Uefa, mentre l’unico veto riguarda un suo possibile impiego per gli Europei del 2016. Non solo. Il sindaco aveva elaborato un progetto per lo stadio alla Colisa riconoscendone la paternità ai professionisti della società Sviluppo Genova. La stessa società il cui coinvolgimento sarebbe stato «acquisito» senza neppure una preventiva comunicazione al consiglio di amministrazione.
Nel frattempo anche il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone, certamente il più convinto sostenitore della necessità di un nuovo stadio, ha dovuto incassare il ritiro dei suoi finanziatori che invece erano disposti a lavorare all’operazione Sestri Ponente. Il numero uno blucerchiato ha peraltro assicurato che ci sono altre società disposte a sostenere il progetto a Campi. Ma da parte sua un «sì» convinto e definitivo non c’è ancora. Ieri Garrone è intervenuto chiarendo lo stato dei lavori: «Il gruppo di tecnici che ho incaricato per tutte le valutazioni del caso ha davanti a sé ancora sette giorni per verificare la fattibilità di tale progetto fondamentale per la sostenibilità della nostra Sampdoria», dichiara il presidente, ancora convinto che questa sia un’opportunità da cogliere. Garrone è sceso anche in polemica con chi, nei giorni scorsi, ha bocciato l’idea di un nuovo impianto a Genova: «Ho dovuto leggere e sentire sui media locali una miriade di interventi e prese di posizione assolutamente fuori luogo. Pareri inopportuni e infelici provenienti in taluni casi anche da figure di grande spessore che rivestono ruoli istituzionali e/o professionali. L’ennesima occasione persa che potrebbe portare la Sampdoria a una crisi irreversibile».
Un ultimo assist per la sindaco, che però non lo sfrutta. E sbotta al termine del consiglio comunale: «Potrei uccidere chi mi proponesse di mettere un carcere nell’area dell’ex Colisa. Vanno riequilibrati i pesi, non ci sono delle valli dove mettere schifezze».

Giusto il tempo di annotare che per il pensiero progressista del sindaco il carcere è «una schifezza» e che evidentemente deve restare sotto casa ai cittadini di Marassi, poi Marta Vincenzi attacca anche i consiglieri di amministrazione di Sviluppo Genova che l’hanno sbugiardata. «Che cosa c’entra il cda di Sviluppo Genova con l’ipotesi di fare lo stadio nell’ex area Colisa?», si chiede. A parte il fatto che sono i padroni di casa e che si è parlato a nome loro, niente.

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