Ecco Ct 200h, la «baby Lexus» ecologicamente responsabile

nostro inviato a Venezia

«Non rispettare le regole, dettale». Piazza San Marco è sormontata da un megacartellone che porta nel cuore di Venezia la novità dell’anno di Citroën, la Ds4 insieme al messaggio provocatorio. È come se la Ds4 prendesse subito le distanze dalla concorrenza. L’operazione è bivalente: da una parte serve a reclamizzare il modello, un po’ Suv un po’ coupé, pronto a scendere in strada; dall’altra, accompagna la sponsorizzazione di Citroën del Padiglione francese alla Biennale di Venezia. E a salutare l’evento (l’installazione realizzata da Christian Boltanski è stata battezzata «Chance») sono internveuti, insieme all’artista, il ministro alla Cultura transalpino, Frédéric Mitterand, e il direttore generale della casa automobilistica Frédéric Banzet con il responsabile della filiale italiana, François Guieysse.
Dottor Guieysse, è impossibile non notare quel mega-cartellone.
«Quale migliore occasione, la Biennale da una parte, e questa presenza nel cuore di Venezia, per lanciare il nostro modello».
Perché l’abbinamento con la rassegna?
«Citroën vuole essere piu vicina all’arte e alla cultura. Come ha rimarcato il nostro numero uno Banzet, è un modo di esprimere la volontà di essere piu avanti sulle tecnologie, quelle tecnologie che si trovano spesso nell’arte».
Il Padigliane guarda al passato ma in funzione del futuro.
«Proprio come Citroën, che per poter prevedere il futuro non può fare a meno di girarsi indietro».
Il marchio, comunque, è molto cambiato ultimamente.
«Citroën ha adottato una nuova linea, subito capace di far percepire al pubblico un’immagine diversa».
Un bel colpo per il capo del centro stile Jean-Pierre Ploué.
«È una persona incredibile, un vero genio che fatto rinascere il marchio».
Al di là dello stile, la casa francese sta vivendo un momento favorevole.
«La notorieta di Citroën è quella che si e alzata di piu negli ultimi anni. Se guardiamo alla Ds3, il 76% dei clienti è di “conquista”».
Dalla Ds4 si aspetta molto?
«È una vettura che interpreta un coupé al quale si aggiungono due porte; vanta le stesse qualità di una berlina, in virtù dello spazio e dell’ampio bagagliao; e in più ha la seduta rialzata, tipica dei Suv. A tutto questo aggiungo un listino interessante».
E dopo che cosa arriverà?
«All’inizio del 2012 presenteremo la Ds5, modello inserito nella gamma premium. In futuro è prevista una versione ibrida e 4x4 con cui sfidare i costruttori tedeschi. Continua a darci molte soddisfazioni la C5, vettura che si è ben inserita nelle flotte aziendali. La C4, modello con tante qualita tecnologiche, è un successo».
Quando si compra una macchina bisogna soprattutto guardare al numero che segue la dicitura Euro, e questo per evitare tassazioni e limiti di accesso nelle città.
«È importante, è vero, ma la gente non trascura lo stile, la qualità, il comfort e le prestazioni».
Che cosa pensa dell’accordo che la casa madre ha siglato con Bmw?
«Per rispondere basta provare i motori a benzina della Ds4 con 200 cavalli. A questi aggiungo il nostro Hdi che permette risparmi di carburante nell’ordine del 15%».
Il mercato italiano intanto è sempre zoppicante.
«Si è ripreso a vendere tanti “chilometri zero” e al settore del noleggio a breve. Il mercato non si è ancora depurato e resta malato».
E voi?
«Niente “chilometri zero” e noleggi a brevi. Vogliamo vendere ai privati. E ciò giustifica la nostra perdita di quota».
Lei è in Italia da un anno, in casa dei cugini di Peugeot , a Milano, è arrivato il nuovo direttore generale: Olivier Mornet...
«Olivier sta studiando la situazione. È un manager intelligente e di qualità, alle prese con una gamma un po’ vecchia. In particolare la 207, visto che il segmento B ha un peso notevole in Italia.

Sono certo che risolleverà il marchio, da due anni un po’ in difficoltà»:
Il suo pensiero sull’auto elettrica.
«Sono convinto che esiste una domanda. È un’opportunità. Non capico perché in Italia, a differenza della Francia, non viene sostenuta e non si affronta il problema delle infrastrutture».

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