Roma

Ecco Faber cantato da chi lo conosceva bene

La voce di Cristiano, le canzoni di Fabrizio. «De André canta De André» è un tour fortunato, che domani torna all’Auditorium, e da un mese è diventato anche un cd con undici brani registrati in concerto, accompagnati da un documentario in dvd intitolato Filming around tour. Il personale omaggio di Cristiano al padre, scomparso dieci anni fa, ma anche un modo per tornare alla ribalta, dopo anni difficili. Una rinascita che auspicabilmente lo porterà di nuovo a scrivere canzoni, riscoprendo quella raffinata vena cantautorale che gli ha permesso di costruire una carriera di ottimo livello, nonostante il difficile confronto con l’inimitabile vicenda artistica di Faber. «Ho preso la decisione di affrontare questo tour e questo disco - racconta De André jr - pensando all’eredità artistica che mi ha lasciato mio padre. Oggi, come se fosse un passaggio di testimone, ho avuto il desiderio di portarle verso una direzione musicale più vicina alle mie corde. La scelta dei brani non è stata facile ma ci sono canzoni che sento più vicine a me, forse perché le ho vissute e viste scrivere o forse perché mi ricordano intensi momenti personali. Attraverso questa mia interpretazione, mi auguro di dare a chi ascolta le stesse emozioni che ho provato io». In concerto De André si sofferma spesso a raccontare aneddoti sul rapporto col padre, sulle passioni estemporanee di Fabrizio, sulla stesura nottura di canzoni a quattro mani. E poi, naturalmente, si cimenta con brani che sono pietre miliari della musica italiana, cercando di darne una sua versione. E il trattamento funziona, bene in alcuni casi, meno in altri. Ma per il pubblico, soprattutto per quello che non ha mai visto Faber è comunque emozionante trovarsi al cospetto dell'unica persona che per voce, modi e aspetto può ricordarlo da vicino. E poi, in dieci anni, un po’ tutti, a torto o a ragione, si sono sentiti in dovere di tributare il loro omaggio a Fabrizio De André.

Era anche giusto che Cristiano dicesse la sua, attraversando trent’anni di storia musicale, da Il pescatore a Ho visto Nina volare, non dimenticando di ritagliare un spazio per sé e per quella Dietro la porta che rappresenta il suo apice compositivo.

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