Alessandra Miccinesi
Un odioso gioco al massacro consumato in famiglia. Personaggi che sembrano galleggiare nella bolla del ricordo con lo sguardo appannato dalle lacrime. Un coacervo di sentimenti ed emozioni contrastanti che succhiano linfa dall'autodistruzione.
Un atto unico violento e prepotente, dalla chiara matrice pirandelliana, quello che il drammaturgo e poeta statunitense Tennessee Williams nel 57 sviluppa in maniera geometrica per il proscenio, prendendo spunto dal cannibalismo del Titus Andronicus di Shakespeare (chiara metafora della società violenta che incita ad azzannare il prossimo) e dalla terribile vicenda che 20 anni prima vide protagonista lamata sorella Rose, lobotomizzata col consenso della mamma.
Da quella devastante esperienza, elaborata grazie agli scavi interiori eseguiti sulla poltrona dellanalista, Williams fece sgorgare parole che si coagularono in uno dei titoli cardine della sua produzione Improvvisamente l'estate scorsa.
Interpretata da Rossella Falk e Laura Marinoni, diretta da Aldo Terlizzi e Fabio Battistini che hanno lavorato su unidea di Giuseppe Patroni Griffi - sostituito per gravi motivi di salute -, la pièce inaugura proprio questa sera la stagione della sala grande con una lussuosa produzione targata Eliseo.
«Quando Peppino mi ha chiesto di far parte dello spettacolo sono stata felicissima - spiega la Falk, reduce da un altro fortunato sodalizio con Patroni Griffi nell89 nella pièce Dolce ala della giovinezza sempre di Williams -. Amo incondizionatamente questo autore. Lo trovo un grandissimo poeta» confessa lattrice che cinquantanni fa a Milano accanto a Marcello Mastroianni interpretò Stella in Un tram che si chiama desiderio regia di Luchino Visconti.
«Calato il sipario Williams venne a salutarci in palcoscenico. Sprizzava gioia da tutti i pori perché secondo lui quella di Visconti era ledizione del Tram più bella del mondo. Mi abbracciò e sorrise» ricorda la Falk, giunta al suo quarto incontro con Williams (nel 93 interpretò anche Il treno del latte non si ferma più qui) che del grande drammaturgo conserva unimmagine indelebile. «Sempre col sigaro incollato alle labbra e il bicchiere di whisky in mano. Era un uomo complicato pieno di contraddizioni».
Attorno al più indigesto dei tabù materni - lomosessualità del figlio - alimentato da pulsioni contraddittorie e patologiche, il disastro familiare descritto sulla pagina ingigantisce ai margini delle quinte con atmosfere da thriller. Sulla scena domina il confronto-scontro tra due donne folli vittime di patologie diverse.
Rossella Falk è mamma Violet Venable, una ricca signora che messa di fronte al fatto compiuto (il barbaro omicidio del figlio Sebastian, trucidato sulla spiaggia da un gruppo di ragazzi), decide di rinchiudere in manicomio, pena la lobotomizzazione, la testimone oculare dellomicidio: sua nipote Catherine. Nei panni della giovane sotto choc cè Laura Marinoni, al suo primo Tennessee Williams.
«Quando ho saputo che Patroni Griffi, il mio maestro e pigmalione, per gravi motivi di salute avrebbe dovuto rinunciare, ho sofferto - confessa lattrice -. Decidere di portare a termine il lavoro è stata una scelta dura per tutti, anche a livello di tensione nervosa.
Tra gli altri interpreti Slvejg D'Assunta, Roberto Zibetti, Giulia Cesareo, Riccardo Flamini e Chiara Stoppa. Scene e costumi sono di Aldo Terlizzi. Repliche fino al 6 novembre.
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