Ecco Francesco: da Papa scommessa a uomo dell'anno

di Maurizio Caverzan

A volte accadono, inaspettati. Fatti improvvisi, avvenimenti suscitati da chissacché. Increspature della storia. Si rivelano attraverso parole inusuali che racchiudono un salto del tempo e nel tempo. Un saluto, l'anticipo di un rinnovamento. «Fratelli e sorelle, buonasera». È la sera del 13 marzo. Dopo appena ventiquattro ore di Conclave il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran annuncia l'habemus Papam... «Georgium Marium Bergoglio». Un nome inatteso, sconosciuto alla stragrandissima maggioranza dei presenti davanti San Pietro. La piazza è spiazzata. E lo è ancor più quando, prima d'impartire la sua benedizione, il nuovo Capo della Chiesa chiede a tutti di pregare per lui. Lo stupore coinvolge anche gli osservatori dei Sacri palazzi. Nei pronostici di tutti i vaticanisti, con l'eccezione di Andrea Tornielli, il nome di Bergoglio non compariva. Si puntava sul cardinale di Milano, Angelo Scola. O su Patrick O' Malley, il cappuccino arcivescovo di Boston. Il Corriere della Sera aveva stilato una lista di dieci papabili nella quale non figurava l'allora arcivescovo di Buenos Aires, una delle alternative a Ratzinger già nel 2005.
Se si ripercorrono oggi i trenta giorni tra la rinuncia di Benedetto XVI e la nomina di Francesco non si può che riconoscere di aver vissuto una vertiginosa accelerazione della storia, sulla quale gli studiosi concentreranno a lungo le loro ricerche. Dalla svolta impressa da Ratzinger non poteva che scaturire una figura altrettanto sorprendente. In nove mesi il volto della Chiesa appare parecchio ringiovanito. La prestigiosa rivista americana 'Time' lo ha eletto uomo dell'anno 2013 proprio con questa motivazione: “È riuscito a modificare la percezione della Chiesa presso milioni di persone”. Prima dell'elezione di Bergoglio, le cupole vaticane sembravano avvolte dai fumi degli scandali. Oggi, dopo che il vescovo di Roma ha avviato le prime riforme interne, quelle immagini sono un lontano ricordo.
Ma la principale riforma di Francesco è la sua stessa testimonianza. Un'infinità i gesti che manifestano la fantasia dello Spirito, capaci di esprimere e alimentare una rivoluzione del cuore. A cominciare dalla sera stessa dell'elezione quando scelse il solito pulmino con gli altri cardinali per tornare al convitto Santa Marta. Pochi giorni dopo rinunciò a risiedere nel Palazzo Apostolico in favore di una convivenza comunitaria, mostrando cosa intendesse con l'espressione «Chiesa povera e per i poveri». Poi le telefonate agli amici e alle persone bisognose. La visita a Lampedusa e la denuncia della «globalizzazione dell'indifferenza». La Giornata mondiale della Gioventù in Brasile con l'invito a giocare «nella squadra di Gesù». La veglia di pace in San Pietro per fermare la guerra imminente. L'abbraccio al malato di neurofibromatosi, la rinnovata attività dell'elemosiniere che di notte conforta i barboni e gli indigenti.


Sapere che c'è un Papa, un uomo così, ci aiuta ad avere un sentimento diverso del nostro quotidiano. «Il Papa della gente, il leader della Chiesa cattolica è diventato una nuova voce della coscienza», ha scritto ancora Time. Un Papa che annuncia un cristianesimo gioioso e inclusivo. Perché rivolto a tutti.

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