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Ecco il Giro al contrario: Armstrong fa il gregario

Arriva per ultimo chi correrà il Giro per la prima volta. Arriva con un videoclip, con un filmato girato qualche settimana fa nel «buen retiro» di Tenerife. «Torno alle competizioni dopo un lungo periodo di inattività – spiega Lance Armstrong -. Ho molti punti di domanda davanti a me, ma so anche che solo con l’allenamento e con una grande preparazione si può ambire e sperare di poter far bene in una corsa come il Giro d’Italia». Armstrong al Giro dopo quasi quattro anni da turista. Torna per la sua fondazione, per la ricerca sul cancro, per fare qualcosa di buono e di utile, per se stesso e per chi e meno fortunato di lui. «Torno in mezzo al gruppo e all’Astana sapendo perfettamente che nel ciclismo ci sono regole non scritte. Capitano, spalla, uomo d’aiuto: sarà la strada a dire quello che sono e quello che valgo».
Armstrong non risorge dalla ceneri come l’Araba Fenice, ma torna molto più semplicemente a parlare da corridore e di corse alla Fenice di Venezia. «La cronometro di Riomaggiore sarà un giorno cruciale del Giro d'Italia – dice il texano -. Sono molto contento di tornare da voi nel mese di maggio e di partecipare al mio primo Giro d'Italia». E ancora: «questo è un anno speciale per molte ragioni. È l'edizione del centenario, si parte da Venezia e si arriva a Roma. Una prima settimana subito eccitante e già dalla quarta-quinta tappa subito sulle Alpi, dove ci può essere cattivo tempo e questo è un fattore importante della corsa», precisa il 7 volte vincitore del Tour de France. «Nella seconda settimana c'è una lunga crono di 62 km e da quando sono professionista non ho mai fatto una crono così lunga: questo - osserva - sarà un giorno cruciale del Giro. Poi si arriva all'ultima settimana, con tappe insidiose come quella del Vesuvio: sarà un vero test per tutti. Per concludere, il gran finale a Roma, una città davvero magica dove non ero mai stato prima dello scorso anno, quando l'ho visitata solo da turista e me ne sono innamorato. Sono felicissimo di tornare - conclude - so che si parla tanto della maglia rosa. Io sono pronto a lottare duramente, ma Ivan Basso è il favorito».
E Ivan, presente a Venezia e pronto a partire con la squadra per il raduno di Valencia, ribatte: «È un Giro difficile e temibile. Mi piace, ma vedo almeno sei o sette corridori in grado di vincerlo. Io farò di tutto per bissare il successo del 2006». Soddisfatto Basso, ancor più soddisfatto il direttore del Giro, Angelo Zomegnan. «Il Giro del Centenario lo abbiamo disegnato con grande passione, cercando di far convivere la tradizione di una corsa nata cento anni fa e la modernità di una corsa che si prepara ad affrontare altri cento anni di storia. Per il nostro Giro ci siamo ispirati a eticità, pulizia e globalizzazione. E vogliamo costruire qualcosa di speciale: per questo abbiamo cercato città e corridori speciali. Le Dolomiti? Le avremo in versione light perché non possiamo rischiare di avere già un volto definitivo dopo sole cinque tappe. Ma di sorprese ce ne saranno molte e io spero che il Giro si risolva negli ultimi 200 metri dell'ultima tappa». Ci spera anche Gibo Simoni, anche se ha qualche dubbio: «È un bel Giro, sicuramente originale, ma c’è tanta cronometro, occorre fantasia e un pizzico di...». D’accordo Danilo Di Luca: «Bisognerà partire forte e arrivare ancora più forte. Le tappe cruciali sull’uscio di casa: spero di sfruttare il “fattore campo”».

Soddisfatto anche Stefano Garzelli, che spera di poter tornare a correrlo il Giro: «Quest’anno siamo restati fuori, il prossimo anno mi auguro che la mia squadra sia invitata in modo da poter far parte di questo cast di stelle».

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